AGI – Le relazioni economiche tra Tunisia e Italia continuano a rafforzarsi. Secondo i dati pubblicati dall'Istituto Nazionale di Statistica (INS), il valore degli scambi bilaterali ha raggiunto i 4,97 miliardi di euro (quasi 17 miliardi di dinari tunisini) nei primi dieci mesi del 2025, confermando l'Italia come il secondo partner commerciale europeo della Tunisia, dopo la Francia. Le esportazioni italiane verso la Tunisia sono ammontate a 2,6 miliardi di euro (8,89 miliardi di dinari), rispetto ai 3,6 miliardi di euro della Francia. Nel frattempo, le vendite tunisine al mercato italiano sono state pari a 8,1 miliardi di dinari (2,38 miliardi di euro), con un leggero calo dell'1,2% su base annua. La bilancia commerciale, tuttavia, rimane favorevole alla Tunisia, con un surplus commerciale di 784 milioni di dinari (circa 230 milioni di euro).
Le importazioni italiane dalla Tunisia consistono principalmente in prodotti tessili e calzature, componenti per autoveicoli, motori elettrici, materie plastiche, prodotti chimici, acciaio e petrolio greggio. Al contrario, Roma esporta in Tunisia prodotti raffinati, metalli, tessuti, pelli, componenti elettrici, macchinari industriali, nonché prodotti chimici e farmaceutici.
Oltre 900 aziende italiane, con proprietà parziale o totale, sono attualmente attive in Tunisia, 750 delle quali operano nel settore manifatturiero. Quasi 300 operano nel settore tessile e dell'abbigliamento, mentre altre operano nell'ingegneria meccanica, nell'elettronica, nella chimica, nell'industria alimentare o nei servizi. Gli investimenti italiani si concentrano intorno a Nabeul, Sousse, Tunisi, Ben Arous e Monastir, confermando la posizione dell'Italia come uno dei partner industriali più consolidati del Paese.
Nel complesso, il commercio estero della Tunisia mostra una crescita moderata delle esportazioni (+1,1%), ma un'impennata più pronunciata delle importazioni (+4,9%), ampliando il deficit commerciale a 18,4 miliardi di dinari (5,4 miliardi di euro). Il tasso di copertura delle importazioni è sceso al 73,9%, rispetto al 76,7% dell'anno precedente. L'andamento settoriale rimane contrastante. Le esportazioni minerarie, in particolare di fosfati, sono aumentate del 9,4%, mentre le industrie meccaniche ed elettriche sono cresciute del 7,7%. Al contrario, il settore energetico è crollato del 29,2% a causa di un calo delle vendite di prodotti raffinati, e il settore agroalimentare ha subito una contrazione del 13,8%, ostacolato dalla contrazione delle esportazioni di olio d'oliva. Il settore tessile ha registrato un leggero calo (-0,9%). Sul fronte delle importazioni, l'aumento è stato trainato da beni strumentali (+14,5%), materie prime (+6,7%) e beni di consumo (+10,9%), mentre i prodotti energetici e alimentari sono diminuiti rispettivamente del 9,3% e del 5,7%.
L'Unione Europea rimane il principale partner commerciale della Tunisia, rappresentando il 70,5% delle esportazioni e il 43,3% delle importazioni. Le vendite tunisine verso l'UE hanno raggiunto i 36,8 miliardi di dinari (10,8 miliardi di euro), in crescita del 2,7%, trainate da Germania (+10,7%), Francia (+9,6%) e Paesi Bassi (+6,4%), ma in calo verso Italia (-8,1%) e Spagna (-16,7%). Al di fuori dell'UE, gli scambi commerciali sono aumentati significativamente con Libia (+4,4%), Marocco (+36,1%), Algeria (+10,4%) ed Egitto (+35%), a indicare una maggiore diversificazione dei mercati. Il deficit commerciale della Tunisia, stimato in 5,42 miliardi di euro, è dovuto in parte al settore energetico (-2,7 miliardi di euro), seguito dalle materie prime (-1,5 miliardi di euro) e dai beni strumentali (-873 milioni di euro). Solo il settore alimentare registra un surplus di 186 milioni di euro. Al netto dell'energia, il deficit si riduce a 2,72 miliardi di euro, in leggero miglioramento rispetto al 2024.