AGI - “L’Italia può giocare un ruolo cruciale in Africa, un continente molto ricco” dove il “nostro impegno è positivo, mai neo coloniale”, né “predatorio”. “Vogliamo lavorare mano nella mano con gli africani” per rafforzare la “presenza italiana in Africa”, ritenuta “una priorità politica” dal governo. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani aprendo, insieme al collega senegalese Cheikh Niang e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la Conferenza degli ambasciatori italiani in Africa tenutasi a Dakar. “Possiamo esportare il nostro saper fare e raggiungere accordi vincenti per entrambi. Siamo flessibili, capiamo molto bene la mentalità africana, e anche l’attitudine dei nostri imprenditori è quella di cercare integrazione e cooperazione con i partner africani”, ha proseguito il titolare della Farnesina, guardando in particolare al settore della formazione dove “possiamo fare molto”, a cominciare dal rafforzamento della “cooperazione tra università”.
Focus anche sul settore della sicurezza, nell’ambito della lotta contro il traffico di esseri umani e alla droga. Come ha sottolineato Tajani, l’obiettivo è “trasformare l’immigrazione irregolare in regolare, per questo la formazione è molto importante per entrambi”. Ma l’orizzonte è più ampio e riguarda anche i rapporti tra i Paesi africani e l’Ue, ambito nel quale di nuovo l’Italia può giocare un “ruolo di amicizia” per rafforzare i legami, in un’ottica di “crescita e sviluppo”. Alla presenza di Piantedosi, Tajani ha anche sottolineato l’importanza della “collaborazione tra i diversi ministeri”: “Avere rappresentanti di diverse realtà all’interno delle ambasciate significa arricchire le capacità della presenza italiana in diversi settori”. Ugualmente ha messo l’accento sul ruolo degli Istituti italiani di cultura nel mondo - “far conoscere la cultura è un modo di fare politica estera” - così come sulle agenzie Ice, Sace e Simest che supportano le aziende all’estero. “Avere ambasciate come Casa Italia, recentemente inaugurata a Londra, dove si sta tutti insieme, è un modo di dare un messaggio forte di presenza ben organizzata, la collaborazione corale è un modo per rafforzare il ruolo dell’Italia”, ha concluso Tajani.
Dal canto suo, Piantedosi nel suo intervento, ha ricordato come “sicurezza e sviluppo sociale ed economico siano cose che vanno di pari passo, non sono antitetici, non c’è libertà senza sicurezza”. “Le dinamiche che interessano il continente hanno incidenza diretta sulla stabilità europea e la nostra capacità di garantire ordine e solidarietà”, ha continuato il ministro dell’Interno, sottolineando che “incontrare gli ambasciatori è importante e utile per me” per “dare concretezza a quella quotidianità di rapporti in un continente tanto vasto e decisivo”, nella convinzione che “si possa fare un proficuo lavoro insieme”.
"L’Italia è un Paese amico del Senegal, le relazioni diplomatiche e di cooperazione tra l’Italia e l’Africa si inseriscono in una dinamica di lunga data, caratterizzata da legami storici, geografici ed economici profondi" e la vostra "posizione geografica vi permette di svolgere il ruolo di ponte strategico naturale tra Europa e Africa", ha fatto eco il ministro degli Esteri senegalese, Cheikh Niang, nel suo intervento alla Conferenza degli ambasciatori italiani in Africa, un incontro dalla "grande portata strategica e simbolica". "L’impulso offerto dal partenariato Italia-Africa attraverso il Piano Mattei apre la strada a una cooperazione più equilibrata, fondata su una logica win-win", ha proseguito il capo della diplomazia di Dakar, mettendo l'accento su "settori strategici quali agricoltura, commercio, digitale, artigianato e promozione dei giovani e delle donne". Non solo economia, ma anche sicurezza: "Il Senegal resta pienamente impegnato a costruire un dialogo costruttivo con l’Italia", ha assicurato Niang, guardando con favore al contributo italiano "al rafforzamento della pace e della sicurezza, soprattutto attraverso la formazione, la dotazione e il sostegno alle operazioni per il mantenimento della pace". E non ci sono solo i settori tradizionali, ma in un'ottica di crescita "la nostra collaborazione può rafforzarsi" in ambiti quali "cybersicurezza, intelligenza artificiale e transizione energetica, temi chiave per uno sviluppo sostenibile e sovrano", ha concluso.
Nell’ottica della crescita e dello sviluppo di Italia e Senegal, è interesse comune ”la stabilità del continente africano” e “lavorare sulla migrazione” così come sulla “formazione”. “Stiamo lavorando per poter bloccare con voi l’immigrazione clandestina, per lottare contro il traffico di esseri umani e di armi”, ha ancora detto Tajani durante la tappa senegalese del tour africano, aprendo a Dakar il Forum imprenditoriale Senegal-Italia. Ma è altrettanto importante la collaborazione nell’ambito della formazione. “Abbiamo bisogno di giovani lavoratori nell'agricoltura e nell'industria italiane. Abbiamo bisogno di giovani formati e quindi penso che si debba rafforzare la cooperazione fra le università, fra le scuole e avere più giovani senegalesi”. “Perché - ha aggiunto il titolare della Farnesina - gli ambasciatori del Senegal in Italia saranno gli ambasciatori dell'Italia qui in Senegal, perché parleranno italiano, conosceranno l'Italia e saranno anche capaci di aiutare le imprese italiane a presentarsi e lavorare bene qui”, in una strategia vincente per entrambi. La missione in Mauritania e Niger, oltre che in Senegal, “è l'inizio di un'azione forte per portare qui le imprese italiane con il loro know-how, con i loro prodotti e per poter organizzare delle joint venture per importare i nostri prodotti”, ha insistito Tajani.
“Abbiamo il Piano Mattei, ma non c'è solo questo. Bisogna fare molto di più in tutti i settori, economici, commerciali, ma anche a livello politico”, ha prospettato il capo della diplomazia italiana. Gli scambi commerciali sono in crescita e questo vuol dire che “questa amicizia a tutti i livelli è molto forte e continuerà a rafforzarsi. Penso che ci sia un grande futuro per l'amicizia fra il Senegal e l'Italia” e questo forum odierno è “un'opportunità per iniziare una cooperazione più forte fra le nostre imprese”, ha affermato il ministro. “L’Italia può diventare l’ambasciatore e il ponte fra il Senegal e l'Unione europea”, ha sottolineato Tajani, convinto che “non possiamo perdere questo appuntamento con voi perché non vogliamo poi girarci e vedere che ci sono i russi, i cinesi e gli altri. Ma sta a noi non perderlo”.
A Dakar, il ministro degli Esteri ha anche inaugurato l’Istituto italiano di cultura, esprimendo la convinzione che “la diplomazia culturale svolge un ruolo fondamentale, un ponte straordinario per aprire porte”. “Abbiamo deciso” che l’Istituto di Dakar “avrà il compito di diffondere un po’ di cultura anche in Mauritania”, ha annunciato il titolare della Farnesina, sottolineando che “ci sono tanti ragazzi e ragazze che vogliono studiare l’italiano, l’Italia e l’italiano piacciono”. “Vogliamo che l’Italia sia interlocutore privilegiato del continente africano, sono loro che chiedono più Italia in Africa” e “gli istituti, oltre a diffondere la cultura italiana, hanno il compito di promuovere l’industria culturale, libri, film, arte visiva, cultura e sport. Tutto si mette a sistema, ogni azione italiana è parte di un grande mosaico”, ha ancora detto Tajani, insieme al ministro Piantedosi, alla presenza della direttrice Serena Cinquegrana.
La missione africana del governo italiano si è conclusa con una tappa a Niamey, la capitale del Niger, incentrata sulla sicurezza regionale, la lotta all’immigrazione irregolare e ai vari traffici illegali, oltre alla minaccia jihadista nell’intero Sahel, a cominciare dal vicino Mali. “Il Niger è un crocevia dove passano trafficanti di esseri umani, di armi, di droga, soprattutto nelle regioni di Agadez. Cercheremo di rinforzare la collaborazione con il governo nigerino per affrontare il tema delle migrazioni irregolari e lavoriamo anche per la stabilità nella regione subsahariana”, ha sottolineato Tajani. A Niamey, i ministri Tajani e Piantedosi hanno anche fatto visita al contingente numeroso italiano in Niger, l'unico occidentale presente, e “questo rinforza il ruolo dell'Italia in tutta la regione”. “I transiti di migrazioni illegali si incrociano col tema della minaccia jihadista. Abbiamo già delle collaborazioni attivate e andiamo lì per lavorare e per rafforzarle. L'area del Sahel è importante anche per questo”, ha evidenziato il titolare del Viminale.
Al loro arrivo a Niamey, sono stati accolti dal ministro della Salute e dalla ministra della Pubblica amministrazione. Si sono poi recati a un incontro con il premier, Ali Mahaman Lamine Zeine, il ministro degli Esteri, Bakary Yaou Sangaré e il ministro dell’Interno, Mohamed Boubacar Toumba. “È cruciale sostenere questa amicizia” con il Niger “per garantire la stabilità della ragione, la lotta contro il terrorismo e il traffico d’armi e l’immigrazione irregolare. Siamo favorevoli al contrario ad aumentare l’immigrazione regolare, abbiamo bisogno di lavoratori specializzati e siamo pronti ad accogliere lavoratori stranieri”, ha affermato il titolare della Farnesina. Alle controparti nigerine Tajani ha quindi confermato l’impegno italiano per la stabilità e la sicurezza del Paese e della regione e per lo sviluppo socio-economico locale, anche attraverso iniziative di cooperazione allo sviluppo.
Il Niger è infatti un Paese prioritario per la cooperazione italiana: la strategia nel Paese mira a promuovere la sicurezza alimentare, l’istruzione e la formazione professionale, la creazione d’impiego e lo sviluppo imprenditoriale, anche nell’ottica di contribuire alla rimozione delle cause profonde della migrazione. Sono in corso iniziative di sviluppo e umanitarie per un valore complessivo di circa 94 milioni di euro (dei quali 20 a credito d’aiuto e 74 a dono). Alla Base della Missione Italiana di Supporto in Niger (Misin), i ministri hanno incontrato il Comandante del Contingente, Gen. Ivan Cioffi, e i militari italiani impegnati sul territorio. La missione italiana è l’ultima presenza militare occidentale in loco, segno tangibile del forte sostegno dell’Italia alla stabilità del Niger e dell’impegno per il contrasto al terrorismo, all’immigrazione irregolare e ai traffici illeciti.
In Mauritania è stata inaugurata la nuova Ambasciata d’Italia a Nouakchott. Si tratta di "un altro passo concreto del Governo per rafforzare la collaborazione con quest’area strategica dell’Africa e rafforzarne lo sviluppo tramite la nostra cooperazione e le nostre imprese", ha scritto Tajani su X.