AGI - La missione archeologica siro-italiana ha ripreso le attività di scavo, ricerca e documentazione presso il sito di Tel al-Samhaneh, situato nel villaggio di Al-Bassa, nel governatorato di Latakia, dopo una pausa di oltre un anno. Il sito si trova a circa 800 metri dalla foce del Grande Fiume Settentrionale e vicino alla costa. La missione siro-italiana ha iniziato i suoi primi scavi nel 2014, portando alla luce diversi strati archeologici, alcuni risalenti al periodo bizantino e altri al Bronzo Medio e Recente.
Lorenzo Alfonso, a capo del team italiano, ha dichiarato all'agenzia di stampa siriana SANA che Tel al-Samhaneh corrisponde a un piccolo insediamento risalente al Bronzo Recente, precedente al periodo classico, mentre la regione era nota per il Regno di Ugarit, un punto di riferimento di lunga data per gli archeologi siriani e francesi.
L'archeologo italiano ha sottolineato che il sito di Tel al Samhaneh non era mai stato al centro di scavi precedenti, ma che ora costituisce il progetto principale della missione siro-italiana. "Quest'anno, per la prima volta, abbiamo un archeobotanico e uno zoo archeologo sul posto", ha affermato Alfonso. "Questo ci permetterà di raccogliere in modo completo resti vegetali e animali e di effettuare analisi scientifiche precise". Ha espresso soddisfazione per la semplicità della procedura di autorizzazione per la ripresa dei lavori, che si è svolta senza complicazioni, e ha elogiato la calorosa accoglienza ricevuta al suo ritorno in Siria, osservando che la situazione nel Paese è "molto migliore di quanto molti all'estero immaginino".
Dal lato siriano, l'archeologo Mohammad Radwan, del Dipartimento delle Antichità di Latakia, ha sottolineato l'importanza del ritorno della missione italiana e il suo ruolo nel rilanciare la cooperazione internazionale nella ricerca archeologica, promuovere gli scambi culturali e scientifici e aprire la strada a future missioni, in particolare quella del team francese, che dovrebbe riprendere presto i lavori nel sito di Ugarit. Le prossime campagne di scavo si concentreranno sullo "studio delle comunità non elitarie che un tempo vivevano sulla costa siriana vicino a Ugarit", ha spiegato Radwan, al fine di comprendere meglio le relazioni economiche e commerciali tra questi insediamenti.
L'Italia è impegnata da molti anni nell'organizzazione e nel cofinanziamento di missioni archeologiche, antropologiche ed etnologiche all'estero. Questo impegno per il dialogo interculturale e le politiche di sviluppo si riflette in un'intensa attività scientifica, accompagnata dalla formazione di specialisti locali e dal trasferimento di tecnologie in alcuni settori come il restauro e la tutela del patrimonio culturale, dove l'eccellenza italiana è riconosciuta a livello internazionale. L'impegno dell'Italia per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale siriano è dimostrato dalle numerose missioni attualmente in corso che, oltre alle attività di scavo e ricerca, contribuiscono anche allo sviluppo socio-economico dei siti, favorendo una maggiore consapevolezza storica a livello locale e supportando processi politici di riconciliazione.