AGI - Si è aperto ieri a Bruxelles e si conclude oggi il Global Gateway Forum dedicato agli investimenti europei in Africa. Dal Corridoio di Lobito, un importante progetto ferroviario che mira a collegare lo Zambia all'Atlantico attraverso la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e l'Angola per esportare le risorse minerarie di questi paesi, alla Grande Muraglia Verde, che prevede di ripristinare la vegetazione nel Sahel da Dakar a Gibuti, fino alla creazione di un impianto di produzione di vaccini per l'azienda Biontech: questi i principali progetti finanziati dal Global Gateway europeo in Africa.
Lanciata nel 2021, la strategia di investimento puntava, secondo la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a un obiettivo di 300 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, un obiettivo "già raggiunto", il che spiega perché la Commissaria abbia fissato una nuova soglia di 400 miliardi di euro.
Ursula von der Leyen ha fatto l'annuncio ieri all'apertura del Forum, in un discorso che ha fatto il punto sulla diplomazia commerciale europea. La presidente della Commissione Ue ha parlato di un modello in evoluzione che ha un impatto su tutti i principali blocchi economici, compreso il continente africano. "Dazi e barriere commerciali sono tornati a essere strumenti geopolitici e geoeconomici", ha affermato Von der Leyen, aggiungendo che "i controlli sulle esportazioni sono diventati un mezzo per danneggiare i concorrenti e ottenere concessioni. Si stanno sfruttando le dipendenze, in particolare quelle create da investimenti esteri insostenibili che hanno lasciato troppi paesi gravati da un debito insostenibile".
In risposta, Global Gateway si presenta come una soluzione alternativa, offrendo finanziamenti misti e sostenibili. Presente ieri a Bruxelles, il Presidente sudafricano e attuale Presidente del G20 Cyril Ramaphosa ha chiesto la continuazione di questo partenariato, ma non senza condizioni. "È importante che gli ingenti investimenti effettuati tramite Global Gateway siano strutturati per rafforzare le capacità dei paesi africani e meridionali", ha affermato. "Questi investimenti non devono sostituire una dipendenza con un'altra. Devono essere realmente trasformativi e volti a rafforzare le capacità. Devono consentire ai paesi africani e meridionali di perseguire traiettorie di sviluppo adeguate alle loro circostanze e alle esigenze delle loro popolazioni".