AGI - L'istruzione è il fondamento della pace, della dignità e di un futuro migliore; per questo è fondamentale rafforzarne il sistema per costruire una società più efficiente. Questo il messaggio emerso dal panel "Education is Hope" organizzato dall'associazione Avsi al Meeting di Rimini. Moderato da Eva Crosetta, il dialogo si è concentrato sulla situazione in Costa d'Avorio e ha visto la partecipazione della Ministra dell'Istruzione ivoriana, Mariatou Koné; di Laura Frigenti, Direttrice Esecutiva della Global Partnership for Education (piattaforma di finanziamento che mira a rafforzare i sistemi educativi nei Paesi in via di sviluppo); di Fabio Massimo Ballerini, Consigliere di Legazione della Presidenza del Consiglio italiano per il Piano Mattei; e di Stefano Gatti, Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo. "Dopo anni difficili, il Presidente (ivoriano) Alassane Ouattara ha scelto di rilanciare l'istruzione come primo pilastro della pace nazionale", ha affermato la Ministra della Costa d'Avorio, illustrando il percorso di un Paese che, a seguito di una grave crisi politica e militare, ha insistito sul rafforzamento del sistema educativo. Secondo Mariatou Koné, il governo ivoriano sta lavorando da tempo a diverse riforme volte a migliorare le scuole e a investire nel capitale umano. La signora Koné ha elencato cinque aree – da lei definite "elementi costitutivi" – su cui il governo del Presidente Alassane Ouattara intende lavorare dal 2021 a oggi "per costruire un nuovo" sistema educativo nazionale. "Il primo tassello è stato l'aumento del numero di scuole secondarie, da 294 alle attuali 1.030", ha affermato la ministra, che ha poi citato la riforma dei programmi scolastici, l'attenzione rivolta alle persone con disabilità, l'integrazione di numerose strutture "informali" (istituti non riconosciuti che accolgono più di un milione di studenti) nel sistema scolastico regolare; nonché interventi volti a placare la violenza nelle scuole e a promuovere la professione docente. Per quanto riguarda la riforma dei programmi scolastici, la ministra ha sottolineato che è stata realizzata "dopo 30 anni": "era necessario rivederli per integrare temi come l'ambiente, lo spirito di squadra, l'imprenditorialità, la digitalizzazione... in breve, per tenere conto della realtà odierna", ha affermato. La ministra ha anche citato l'Assemblea generale sull'istruzione del 2021 come primo passo per l'attuazione delle suddette riforme.
Laura Frigenti, Direttrice Esecutiva della Global Partnership for Education, ha evidenziato la statistica allarmante secondo cui "il 70% degli studenti delle scuole primarie nei paesi a basso reddito non sa leggere o scrivere una semplice frase". Questo, ha osservato, richiede un cambio di passo per "abbandonare programmi obsoleti e stabilire un dialogo più stretto tra scuola e mondo del lavoro". "Per educare ci vuole un villaggio. Governi, ONG, imprese e comunità locali devono lavorare insieme", ha ricordato.
Giampaolo Silvestri, Segretario Generale dell'Associazione Volontari per il Servizio Internazionale (AVSI), ha condiviso la sua esperienza sul campo, presentando il progetto Réussir in Costa d'Avorio, finanziato con 10 milioni di euro per migliorare la qualità dell'istruzione di 200.000 studenti. Si tratta del più grande progetto mai finanziato dalla cooperazione italiana allo sviluppo per una ONG, ha sottolineato, aggiungendo che "per noi l'educazione implica l'impegno della persona nella sua interezza: mente, cuore, relazioni". Questa visione è al centro del nuovo approccio alla politica estera italiana, come hanno spiegato i rappresentanti del Piano Mattei e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il Consigliere di Legazione Fabio Massimo Ballerini ha sottolineato che l'istruzione "è la culla della democrazia e della legalità", essenziale non solo per la formazione dei lavoratori, ma anche per lo sviluppo dei cittadini e la solidità delle istituzioni. "Il lavoro è un aspetto fondamentale dell'istruzione, ma è anche, soprattutto nei primi anni, la culla dello sviluppo istituzionale, svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo socio-economico e rafforza i sistemi identitari degli individui", ha riflettuto Ballerini, ricordando che la scuola, soprattutto in alcuni Paesi, garantisce il consolidamento di un'identità giuridica altrimenti inesistente. Offre anche un luogo di protezione e prevenzione delle malattie, e molto altro ancora, ha osservato.
A conclusione della tavola rotonda, Stefano Gatti, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, ha presentato il cambio di strategia dell'Italia, che ha scelto di andare oltre i piccoli progetti per finanziare interventi sistemici su larga scala. L'Italia "è l'unico Paese membro del G7 che non ha tagliato i finanziamenti per la cooperazione allo sviluppo", ha affermato Gatti, che ha definito questa decisione "estremamente importante". "I fondi di cui disponiamo non sono enormi e non ci permettono certo di sostituire quei donatori più grandi che sono scomparsi", ha ammesso Gatti, riferendosi ai tagli al bilancio statunitense, "ma continuiamo a essere presenti". Gatti ha ricordato che in Costa d'Avorio l'agenzia ha sperimentato una nuova unità sistemica, con l'apertura di un ufficio locale (ad Abidjan), la presenza di diplomatici e la collaborazione con le organizzazioni della società civile, "che sono il nostro 'esercito' sul terreno". La cooperazione italiana è attualmente presente in 23 dei 54 Paesi africani, 11 dei quali sono considerati prioritari nell'ambito del Piano Mattei, ha ricordato il funzionario.