AGI - La Tunisia ospita alcuni dei paesaggi culturali più rappresentativi del Mediterraneo, a testimonianza del legame di questa terra con il passato romano e italico. Tra questi, tre siti patrimonio dell'UNESCO – l'area archeologica di Cartagine, l'anfiteatro di El Jem e la Medina di Tunisi – dimostrano la profondità del patrimonio condiviso tra le due sponde, dall'antichità punica e romana ai circuiti commerciali e artistici che hanno collegato per secoli il Maghreb, l'Europa meridionale e l'Oriente.
Fondata dai Fenici nel IX secolo a.C. e ricostruita dai Romani dopo il 146 a.C., Cartagine è un mosaico di strati: porti punici, un tofet (un santuario fenicio-punico), necropoli, teatri, anfiteatri, grandi terme costruite dall'imperatore romano Antonino Pio e basiliche paleocristiane. L'UNESCO lo riconosce per il suo ruolo di luogo di scambio culturale per oltre dieci secoli, testimonianza della civiltà fenicio-punica e afro-romana. Iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 1979, oggi subisce pressioni urbane, contenute grazie a misure di protezione e piani di gestione.
Nella piccola città di El Jem sorge l'anfiteatro del III secolo d.C., con una capacità stimata di 35.000 spettatori, costruito interamente in blocchi di pietra e modellato sul Colosseo di Roma, sebbene non ne sia una copia. L'UNESCO lo ha iscritto nella sua lista nel 1979 per la sua eccellenza architettonica e il suo valore come strumento di propaganda imperiale in una provincia lontana. È uno degli anfiteatri più grandi al mondo e il meglio conservato della regione. El Jem rende tangibile la portata di Roma oltre il mare. È una "traduzione" nordafricana di un modello urbanistico e sociale nato in Italia. Non a caso, nell'aprile 2024 è stato firmato un accordo quadro tra l'Istituto Nazionale del Patrimonio Tunisino (INP) e il prestigioso Parco Archeologico del Colosseo di Roma. L'accordo, che coinvolge anche l'Agenzia per la Valorizzazione del Patrimonio e la Promozione Culturale, mira a promuovere la conservazione, la documentazione e la promozione del ricco patrimonio archeologico di El Jem e della squisita domus decorata a mosaico di Zama. Quest'ultima, un'antica città numida famosa per essere stata teatro della battaglia decisiva del 202 a.C. che segnò la sconfitta di Annibale e la fine della seconda guerra punica, è stata a lungo un mistero per gli storici riguardo alla sua esatta ubicazione. Tuttavia, un'iscrizione pubblicata dall'archeologo Ahmed Ferjaoui ha finalmente confermato l'ipotesi che i resti di questo importante insediamento romano si trovino nei pressi del villaggio di Jama, situato otto chilometri a ovest dell'attuale città di Siliana, nella Tunisia occidentale.
La Medina di Tunisi – 280 ettari, con circa 700 monumenti tra moschee, madrase, palazzi e souk (i grandi mercati tradizionali risalenti al periodo medievale) – è uno dei prototipi meglio conservati del mondo arabo-islamico. L'UNESCO l'ha inserita nella sua lista nel 1979 per il suo ruolo di collegamento tra il Maghreb, l'Europa meridionale e l'Oriente, per la sua testimonianza delle civiltà dell'Ifriqiya e come raro esempio urbano che ha preservato l'integrità del suo vissuto storico. Il dossier UNESCO evidenzia anche le vulnerabilità legate ai cambiamenti socio-economici, affrontate attraverso strumenti di tutela e gestione. Anche in questo caso, i legami con l'Italia sono evidenti: la vocazione commerciale della medina risale a secoli di contatti con i porti italiani: merci, artigianato, tecniche, ma anche persone e idee hanno attraversato il Canale di Sicilia, rimodellando l'arte e l'architettura di entrambe le sponde.