AGI - A sette anni dalla sua adozione nel 2018, l'Accordo di libero scambio continentale africano procede lentamente. Solo nove paesi del continente hanno implementato la fase pilota del progetto di mercato unico promosso dall'Unione Africana, che mira a promuovere la libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali. Si tratta di una sfida complessa per un continente come l'Africa, dove gli scambi commerciali tra Stati rappresentano poco più del 15% del totale, rispetto al 70% in Europa e al 50% in Asia.
Secondo il rapporto pubblicato a luglio sull'impatto della fase post-lancio dell'accordo (2021-2025), condotto dall'Africa Labor Research and Education Institute, il commercio intra-africano è aumentato da 69 miliardi di dollari nel 2019 a 81 miliardi di dollari nel 2023. Dopo un calo causato dalla pandemia di COVID-19, il tasso di crescita è rimbalzato al 7,2% nel 2022, trainato dal commercio di minerali (21%), macchinari (15%) e prodotti agroalimentari (14%). Nel 2023, le esportazioni di servizi, in particolare nei settori ICT e trasporti, sono aumentate dell'11% su base annua.
In termini di sviluppo industriale, Ghana e Kenya hanno attratto oltre 600 milioni di dollari in nuovi investimenti nell'assemblaggio di componenti automobilistici, mentre i poli farmaceutici in Nigeria ed Egitto hanno aumentato la produzione di vaccini dal riempimento alla finitura. Allo stesso tempo, l'economia digitale sta crescendo rapidamente nel continente: secondo le stime dell'Unione Africana, si prevede che i ricavi dell'e-commerce aumenteranno del 24% e le transazioni di denaro mobile del 31% tra il 2021 e il 2023. Anche la domanda di competenze in robotica, intelligenza artificiale e blockchain è in aumento.
Per quanto riguarda la libera circolazione, un primo passo significativo è stato compiuto in Kenya, dove il governo ha recentemente revocato l'obbligo di visto per i cittadini dei paesi africani – tutti tranne Libia e Somalia per motivi di sicurezza – e della maggior parte dei paesi caraibici. I cittadini di queste regioni non avranno più bisogno di un'autorizzazione di viaggio elettronica (eTA), il loro processo di ingresso in Kenya sarà più rapido e non saranno più tenuti a pagare i costi del visto.
Questo emendamento consente inoltre ai visitatori provenienti dai paesi africani di soggiornare in Kenya fino a due mesi, con un'estensione a sei mesi per i cittadini della Comunità dell'Africa orientale (EAC), grazie ai protocolli di libera circolazione già in vigore all'interno del blocco regionale. Secondo il governo di Nairobi, questa decisione consentirà inoltre al Kenya di sostenere le politiche "open sky" e di stimolare la crescita del settore turistico. Lo scorso ottobre, il presidente William Ruto ha annunciato l'introduzione del permesso di lavoro per nomadi digitali, che consentirà ai lavoratori da remoto di vivere e lavorare in Kenya.