AGI - A Balbalà, Gibuti, si è tenuto l’evento di chiusura del progetto MEFA – Migliorare l’inclusione delle donne – attraverso azioni nei settori della salute, degli affari sociali ed economici, gestito dalla ONG Cifa Ets, in partnership con Médecins avec l’Afrique Cuamm. La cerimonia si è svolta alla presenza del Direttore dell'Ufficio esterno dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) di Addis Abeba, Michele Morana, del Presidente del comune di Balbalà, Mohamed Hassan Said, nonché di rappresentanti di istituzioni quali il Ministero delle donne e della famiglia, il Ministero dell'interno e l'Unione nazionale delle donne gibutiane (UNFD).
Il progetto MEFA mira a rafforzare i sistemi di salute e protezione delle donne promuovendo la governance locale, sviluppando servizi di salute materna e infantile e rafforzando le donne dal punto di vista socioeconomico attraverso la loro partecipazione ad attività generatrici di reddito. Morana ha sottolineato l'importanza del sostegno fornito dal progetto per cambiare la vita sociale ed economica delle donne, in particolare di quelle sopravvissute alla violenza. Il Direttore ha inoltre ribadito l’impegno della Cooperazione italiana nel sostenere il supporto sanitario, psicologico e legale necessario per costruire una società più inclusiva e solidale.
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Il progetto MEFA (Madre, Infanzia, Donne in Africa), realizzato dal Cuamm, si è concentrato sulla salute materno-infantile, con particolare attenzione alla prevenzione della malnutrizione e delle complicazioni legate al parto. L'obiettivo è garantire un buon inizio di vita alle madri e ai loro figli migliorando l'accesso ai servizi sanitari e all'assistenza di qualità. Il progetto ha incluso anche la formazione del personale sanitario e il rafforzamento dei sistemi sanitari locali, come dimostra lo sviluppo del sistema di indirizzamento alle strutture di assistenza per madri e bambini. Grazie al progetto MEFA, più di 300.000 persone hanno beneficiato in modo sostenibile di servizi migliorati, di cui circa 500 grazie a microprogetti nel comune di Balbalà.
Il progetto mirava a migliorare la qualità della vita delle donne di Balbalà attraverso l'ottimizzazione dei servizi di salute materna e riproduttiva forniti dall'Ospedale Cheiko, nonché attraverso programmi di supporto volti all'integrazione sociale e all'emancipazione delle donne. Attraverso una serie di iniziative mirate, il progetto ha cercato di rafforzare il sistema sanitario locale e di sostenere le donne vulnerabili, contribuendo così al benessere generale della comunità. Le attività implementate includono la formazione e l’assistenza tecnica per rafforzare le competenze del personale sanitario; l'acquisizione e la distribuzione di attrezzature mediche essenziali per i servizi materno-infantili; promuovere buone pratiche sanitarie e l'accesso ai servizi presso il centro One Stop dell'ospedale; supporto individualizzato ("case management") e supporto psicosociale per le donne vulnerabili; programmi di formazione e sostegno all'occupazione per 50 donne, nonché una campagna di sensibilizzazione sulla gestione dei rifiuti e sulle norme igieniche.