AGI - L'Italia deve essere il primo interlocutore dell'Africa, e deve farlo con la consapevolezza che questo continente è “la culla del mondo” e un attore strategico con cui costruire un dialogo. Ne è convinto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto oggi in qualità di segretario nazionale di Forza Italia al convegno “Africa, grembo del mondo: l'Italia alla guida dei rapporti con l'UE”, organizzato presso la sede del Parlamento europeo in Italia. “Non si può fare politica se non si conoscono gli scenari globali, a maggior ragione se si è al governo”, ha detto Tajani, invitando a essere i primi interlocutori del continente africano, "perché siamo i più vicini geograficamente".
“Dobbiamo chiarire che la migrazione non è solo una questione di sicurezza, ma anche una questione politica”, ha proseguito il vice primo ministro e vicepresidente del Partito Popolare Europeo (PPE), che auspica anche l'emergere di "una visione" a livello europeo nella costruzione delle relazioni con il continente. Il leader del partito si è detto ottimista sulla strada da percorrere, citando “l'interessante accordo raggiunto con l'Egitto sull'agricoltura” e l'emergenza sanitaria in Africa, dove “lo spaventoso tasso di mortalità infantile” impone di lavorare per produrre vaccini negli stessi Paesi africani.
Per Tajani, nella ricerca di un rapporto più solido con il continente africano, gli italiani possono certamente contare su un atteggiamento “non predatorio” e “neocoloniale”, che ha risparmiato loro i conflitti sorti con altre presenze straniere in Africa. “Gli italiani e le loro istituzioni non sono stati presi di mira in Niger, nella Repubblica Democratica del Congo o in Sudan”, nell'ambito del conflitto che dal 2023 contrappone due fazioni dell'esercito, ha detto Tajani, per il quale "questo accade perché gli italiani sanno integrarsi e dialogare", un atteggiamento che "ci permette anche di costruire un ponte con l'Europa". “Credo nella diplomazia parlamentare e credo che non si possa fare politica senza conoscere gli scenari globali”, ha aggiunto Tajani, vicepresidente del PPE, che auspica che il Piano Mattei possa diventare "parte di una strategia europea", come lo è già stato il Global Gateway.
L'Africa “è sempre stata una priorità strategica e politica per Forza Italia”, ha ribadito Deborah Bergamini, vicepresidente della delegazione italiana al Consiglio d'Europa, vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile del dipartimento Esteri del partito. “Oggi il governo italiano vuole davvero guidare un processo di ulteriore rafforzamento della cooperazione tra gli Stati africani e l'Unione europea”, ha detto alla conferenza, sottolineando che con il piano Mattei è stato fatto "un importante passo avanti". “Il nostro rapporto con l'Africa è di partenariato: non siamo regimi autoritari che si rivolgono ai Paesi africani con intenti predatori, ma democrazie, Paesi liberi che vedono i Paesi africani come partner per crescere insieme”, ha aggiunto, sottolineando la "naturale propensione" del continente africano alla crescita, ma anche allo sviluppo tecnologico. Si tratta di un continente “che sarà inevitabilmente la pietra angolare dei futuri assetti geopolitici del mondo”, ha concluso Bergamini.