AGI - Una delegazione della Comunità italiana di Sant'Egidio ha concluso la sua prima missione in Africa per definire i dettagli di un progetto finalizzato all'apertura di “corridoi professionali” tra l'Italia e la Costa d'Avorio (dove si è svolta la prima missione), il Libano e l'Etiopia. Lo riferisce la Comunità di Sant'Egidio in una nota, spiegando che grazie agli accordi stabiliti dal protocollo firmato lo scorso aprile con i Ministeri dell'Interno, degli Esteri e del Lavoro, la Comunità ha avviato un piano in collaborazione con Manpower e Mays International, società specializzata nella gestione di progetti internazionali. L'obiettivo è quello di individuare candidati all'emigrazione regolare per motivi di lavoro, creando le condizioni, anche in termini di formazione e sviluppo professionale, per soddisfare le richieste di alcune aziende italiane. Alla missione ivoriana hanno partecipato un'équipe di operatori comunitari e un'équipe di Mays International.
Sulla scia del modello di accoglienza e integrazione già sperimentato dai corridoi umanitari - che hanno finora permesso l'ingresso regolare in Europa (Italia, Francia, Belgio, Andorra) di quasi 8.000 rifugiati in condizioni di vulnerabilità - si è deciso per la prima volta di applicare lo stesso sistema alle persone che desiderano emigrare regolarmente in Italia per trovare un lavoro e contribuire allo sviluppo economico del nostro Paese. Il progetto coinvolgerà inizialmente 300 persone.
Secondo Sant'Egidio, i risultati della missione in Costa d'Avorio sono stati la raccolta delle informazioni necessarie per la stesura di un progetto che sarà presentato a breve ai ministeri competenti, e la selezione di un gruppo di cittadini ivoriani che hanno già ricevuto un'adeguata preparazione e che saranno maggiormente qualificati nel profilo professionale di tecnici elettromeccanici, per ricoprire posizioni per le quali le aziende italiane mostrano un crescente fabbisogno.