AGI - Grande successo della prima Settimana culturale siriana in Italia, che si è conclusa lo scorso fine settimana a Roma nella magnifica Basilica di Santa Maria Ausiliatrice, con un concerto che ha celebrato la cooperazione tra due Paesi, due culture e due popoli. A rendere ancora più commovente l'evento culturale conclusivo è stato il girotondo formato da bambini siriani e italiani che sventolavano centinaia di bandierine dei loro Paesi.
"Nessuno potrà distruggere le nostre radici, nessuno potrà cambiare la nostra musica. Le nostre tradizioni culturali suonano come una sinfonia unica": è questo il messaggio finale, altamente simbolico, di questa prima settimana di cultura siriana in Italia, veicolato dalle note di “Far Away Yet Close”, composizione musicale originale del Direttore Generale dell'Istituto del Patrimonio Internazionale, Sergio Iovino.
"Pur stando lontano dalla propria patria vi si può rimanere emotivamente vicini grazie al patrimonio musicale e alle tradizioni culturali. Far away yet close è un inno a favore di tutta la diaspora siriana che ha lasciato il paese e un appello a mantenere vivo il legame con la propria terra attraverso il patrimonio culturale. Sono davvero emozionato per l'attiva partecipazione della comunità siriana all’evento di stasera, a dimostrazione che l’unità e la coesione sociale del popolo siriano può diventare realtà", ha dichiarato Iovino, che è stato anche direttore artistico dell'evento di sabato scorso, in vista del lancio della canzone anche nei canali radio italiani e della sua diffusione a livello internazionale.
Il concerto è stato aperto dall’Ambasciatore d’Italia a Damasco, S.E. Stefano Ravagnan, che ha sottolineato come l'Italia e la Siria condividano una coscienza culturale comune che si è stratificata negli anni e come l'iniziativa dell'Heritage International Institute abbia avviato un importante cammino a favore del rilancio della cooperazione culturale e accademica tra i due Paesi. Una cooperazione che contribuisca anche alla ricostruzione del Paese.
La comunità siriana, presente numerosissima nella Basilica di Santa Maria Ausiliatrice, si è unita in un’emozione vibrante, tra applausi ed evidente commozione. Cristiani, musulmani, curdi, tutti uniti, dopo tanti anni, all’insegna del dialogo culturale e della ricostruzione del loro Paese a seguito di sedici anni di guerra. Il Maestro siriano Issa Abou Eita ha eseguito un inno al Levante e alle bellezze che nei secoli hanno entusiasmato gli occhi di chi le ha viste. Damasco viene salutata come la terra del sole e viene inneggiato alla sua caratteristica di città cosmopolita che accetta e ha sempre accettato tutti.
Al concerto è seguito un buffet siriano, cucinato dalla comunità siriana nel Lazio, che ha permesso di far conoscere un altro lato della Siria che per molto tempo è stato coperto dalla guerra, e ha fatto riflettere sui punti culinari in comune tra cucina italiana e siriana, a tutti gli effetti una cucina mediterranea, basti pensare all'uso dell'olio d'oliva.
Moltissime le Università, le associazioni e i Musei, che hanno accolto con tempestività ed entusiasmo l’invito dell’Heritage International Institute, dando vita a un programma settimanale ricchissimo, all’insegna della cultura e della diversità. Decine di eventi al giorno in tutta la penisola a favore della ricostruzione della Siria partendo dalla cultura: il design e la moda siriane, la musica, il turismo culturale, l’accessibilità delle persone con disabilità al patrimonio culturale siriano, la lotta contro il traffico beni culturale, l’archeologia in Siria, la prevenzione dei sismi e della catastrofe naturali. Solo per citare alcuni degli argomenti trattati.
“La settimana della cultura siriana in Italia ha rimesso al centro del dibattito sulla Siria la parola cultura, promuovendo da tutti i punti di vista il patrimonio del paese levantino come base per la ricostruzione del Paese. È stata un’occasione unica poter tornare a parlare di un paese meraviglioso che negli ultimi anni è stato tristemente ricordato solo per le bombe, la distruzione, per il conflitto armato. Continueremo a lavorare da oggi e senza pausa in vista della nostra prima missione a Damasco” afferma Hani El Debuch, il Direttore della Task Force Speciale per la Siria creata dall’Heritage International Institute all’indomani dell’8 dicembre 2024.
Un concerto internazionale in Siria a favore della stabilità e della ricostruzione del Paese sarà il prossimo auspicato passo del percorso avviato dall’Heritage International Institute. La plenaria dell’Istituto, composta da esperti di ogni regione del mondo, lavorerà a partire da oggi per l’adozione del rapporto finale della settimana dove confluiranno tutte le proposte delle Università e delle associazioni italiane aderenti per avviare le attività in Siria, sviluppare i rapporti con le autorità locali, come anche con i Rettori delle Università di Aleppo e di Damasco anche per il rilancio delle relazioni interuniversitarie prospettato dal Ministro Antonio Tajani.
Lo stimolo del turismo culturale, la protezione e promozione del paesaggio, la digitalizzazione del patrimonio culturale, l’organizzazione di corsi di formazione di alto livello, sono solo alcune delle azioni che l’Heritage International Institute si propone di perseguire per la ricostruzione di un Paese sconvolto da anni di guerra e devastazione.