AGI - Riportare la lotta all'AIDS in Africa al centro dell'attenzione internazionale per arrivare a una cura realizzabile, unendo gli sforzi istituzionali e sanitari. È con questa ambizione che la Comunità di Sant'Egidio ha promosso oggi a Roma il convegno “Sconfiggere l'HIV in Africa, un obiettivo possibile”, evento organizzato in collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) e tenutosi nella nuova aula dei gruppi parlamentari. Moderata dal Presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, la conferenza ha visto la partecipazione del vicepresidente del consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, dei ministri della Salute di Malawi e Kenya, oltre a rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni della società civile e del terzo settore, di aziende farmaceutiche ed esperti internazionali. Erano presenti anche il Direttore Generale della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, Stefano Gatti, e il Direttore dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Marco Riccardo Rusconi.
Al centro dei lavori il progetto “Dream”, un'iniziativa sanitaria promossa dalla Comunità di Sant'Egidio in dieci Paesi africani per la cura e la prevenzione dell'AIDS nel continente, che l'arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha definito “esemplare”. “Si tratta di una delle iniziative più valide in campo sanitario”, ha dichiarato in apertura della conferenza, congratulandosi con la comunità del presidente Impagliazzo per non essersi ‘rassegnata all'irrimediabilità di un virus che ha mietuto milioni di vittime’. “Nessuno può essere salvato da solo, come individuo, come Stato o come continente: dobbiamo agire per salvarci tutti insieme, per ampliare lo spettro delle cure”, ha ribadito Paglia.
Da parte sua, il Ministro Tajani ha ribadito che per affrontare in profondità il tema della salute in Africa “serve l'impegno di tutti”, consapevole anche del fatto che le emergenze sanitarie sono tra le cause dell'immigrazione in Europa. “Sono problemi che affliggono un continente che quindi rischia di non poter beneficiare di tutte le risorse che possiede”, ha detto Tajani, assicurando che il governo italiano ha dato all'Africa ‘una priorità politica’, facendo riferimento al Piano Mattei. Si tratta di “un impegno a 360 gradi, con la volontà di guardare all'Africa con gli occhi dell'Africa”, ha dichiarato il vicepremier, per il quale, di fronte a queste difficoltà, “l'Europa non può voltarsi dall'altra parte e poi lamentarsi che altri interlocutori si fanno avanti”. Tajani ha insistito sulla necessità di fare sistema: “Sono convinto, e lo ero già quando ero presidente del Parlamento europeo, che l'Africa abbia bisogno di un grande ‘Piano Marshall’”, ha dichiarato, sottolineando l'apertura di nuove sedi “per la nostra diplomazia della crescita” nel continente e l'impegno espresso a favore della formazione e del lavoro. Al centro di questa strategia c'è sempre la persona”, ha detto il ministro, sottolineando l'impegno dell'Italia in campo sanitario per contribuire alla produzione di vaccini in Africa, compresi quelli contro l'AIDS, annunciando l'intenzione di svolgere a breve una missione “a Gibuti, in Niger e in Mauritania”.
Il ministro della Salute del Malawi, Khumbize Chiponda, ha condiviso dati incoraggianti sulla situazione nel Paese, che insieme al Sudafrica e al Mozambico è uno dei più colpiti dall'AIDS. "Grazie a numerose collaborazioni, abbiamo assistito a una riduzione del 79% dei casi di AIDS", ha affermato, aggiungendo che il governo è anche riuscito a ridurre del 70% il numero annuale di decessi dovuti a questa malattia infettiva. Il ministro ha ricordato che nel 2020 anche il Malawi è riuscito a controllare l'epidemia di AIDS scoppiata nel Paese e l'obiettivo di controllare la resistenza ai farmaci è stato raggiunto. Anche per il primo segretario del Ministero della Salute del Kenya, Herry Kimtai Kachuwai, “sconfiggere l’AIDS è un risultato possibile e non solo un’ambizione”. "È essenziale mantenere il paziente al centro dei nostri sforzi", ha aggiunto, convinto che l'Africa possa "raccontare una storia di resilienza, equità e speranza".
Tra le sfide più urgenti nella lotta all’AIDS in Africa c’è sicuramente quella dei costi. "Se in media il costo annuale delle cure contro l'AIDS è di 250 dollari a persona, in Mozambico - dove sono colpite dalla malattia 2,4 milioni di persone - parliamo di una spesa di 600 milioni di dollari, una cifra che "rappresenta il 3% del PIL, ha sottolineato il professor Stefano Orlando dell’Università di Tor Vergata. Annamaria Doro, del programma "Dream", ha da parte sua sottolineato “le buone lezioni” da trarre dagli anni di attuazione dell’iniziativa sanitaria, che in Africa ha finora aiutato più di 100 mila persone affette da AIDS. Nel continente, "Dream" ha aperto 28 laboratori di biologia molecolare, in grado di diagnosticare diverse malattie e di effettuare test di carica virale a livello regionale, ha sottolineato Doro, ricordando che fino al 2015 gli standard adottati nella lotta all'AIDS nei paesi a basso reddito "erano inefficaci." Tra i punti di attenzione del programma sanitario, ha sottolineato, c'è, in particolare, l'accesso alle cure prenatali.