AGI - L'Italia guarda all'Africa attraverso l'istruzione e la formazione professionale, con l'obiettivo di stabilire un legame socio-economico tra le due realtà. La centralità dello scambio tra Europa e continente africano è stata protagonista dell'inaugurazione dell'anno accademico 2024/2025 dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, il 17 gennaio a Milano. Nel corso degli interventi sono emersi gli obiettivi e i progetti che l'università intende realizzare per l'Africa. La volontà di consolidare i rapporti dell'Italia con i Paesi africani, attuata attraverso il Piano Mattei, ha portato l'Università Cattolica a definire un quadro ad hoc di progetti - sia attivi che da realizzare - sotto il nome di “Piano Africa”.
Il Rettore dell'Università Cattolica, Elena Beccalli, ha spiegato nel suo intervento di apertura che il Piano Africa dell'Ateneo intende proseguire “nel solco di questa tradizione, consolidando studi e progetti formativi preesistenti: abbiamo 123 progetti attivi con 40 Paesi africani, frutto di continue e proficue collaborazioni, accordi e alleanze con università, istituzioni, aziende e comunità locali”, ha spiegato. Dunque il dialogo con i Paesi africani in materia di istruzione e formazione continua, anzi si rafforza. Beccalli ha sottolineato che il Piano per l'Africa “richiederà risorse enormi, ma questo non deve intimorirci”. Il Piano prevede infatti risorse significative da destinare a borse di studio per studenti africani di seconda generazione in Italia. Un obiettivo che “contiamo di raggiungere nel breve periodo con risorse interne all'Università”, spiega Beccalli. Per quanto riguarda i progetti in collaborazione con aziende e organizzazioni africane, il Rettore ha affermato che sarà necessaria un'azione “più sistemica” anche in collaborazione con il Piano Mattei del Governo e con i programmi delle agenzie internazionali dedicati all'Africa.
Le principali aree tematiche del piano universitario a cui sono legati i progetti realizzati dall'ateneo milanese sono il sistema agroalimentare e la sostenibilità ambientale; la salute; l'istruzione; lo sviluppo economico; la valorizzazione della cultura locale; le problematiche sociali e politiche locali; la diaspora in Italia. Le 19 iniziative coinvolgono Paesi di lingua inglese e francese, con l'aggiunta del Mozambico come destinazione di lingua portoghese. Saranno realizzate in Italia, ma con il coinvolgimento di beneficiari del continente africano. L'Università Cattolica “vuole essere un'università globale”, ha spiegato Beccalli, “è già un microcosmo internazionale”, soprattutto per quanto riguarda l'Africa, dove ci sono già progetti attivi e dove “possiamo dare un contributo allo sviluppo sostenibile dell'intero continente attraverso l'istruzione”.
Leymah Gbowee, liberiana, premio Nobel per la Pace nel 2011, ha partecipato all'inaugurazione dell'anno accademico, esortando l'Università degli Studi di Milano a raggiungere gli obiettivi di “questa partnership”, ovvero il Piano Africa, in uno spirito di “rispetto reciproco”, perché “entrambe le parti hanno competenze da apprezzare”. I tempi in cui l'Africa era vista come un continente “in cui le competenze e l'esperienza venivano semplicemente esportate” sono finiti, ha chiarito il premio Nobel: per Gbowee, in Africa “c'è tanta competenza e conoscenza quanto nel resto del mondo accademico internazionale”.