(AGI) - Cannes, 21 mag. - Roberto Minervini irrompe con la suamacchina da presa da documentarista in una terra dimenticata,la Louisiana (anche titolo del suo film in concorso a Cannesnella sezione 'Un Certain Regard'), una terra di quell'Americainvisibile che nemmeno i registi statunitensi hanno raccontato.Il nostro cineasta, nato nelle Marche e che da anni vive nelnuovo continente, racconta una realta' a parte, ai marginidella societa' dove vige l'illegalita', dove la metanfetaminadiventa quasi l'unica forma di sostentamento all'abbandono daparte delle istituzioni. Nella prima parte del documentarioMinervini rimane incollato alle storia dura e amorevole traMark e Lisa, poi l'obiettivo si sposta su un gruppo di veteranidi guerra che con mitra e pistole se la prendono con lamaschera di Obama e si preparano a difendere le propriefamiglie dal futuro attacco dell'esercito Usa. In 'Louisiana'Minervini parla dell'America "piu' nascosta, ma la piu'significativa - rivela - dove si decidono le elezioni", e allostesso tempo "dell'America autodistruttiva dove si alza ilgrido della rabbia contro la pigrizia delle politica e delleistituzioni". Il regista italiano, che era gia' stato a Cannesnel 2013 con 'Stop the Pounding Heart', ultima parte dellatrilogia del Texas, osserva da vicino i personaggi raccontandole loro paure e fragilita'. Per raggiungere un certo livello diintimita' ha fatto un lavoro di ricerca e riprese durato circaun anno. Un documentario "che sta vicino a Francesco Rosi,quanto lontano da Michael Moore", afferma il regista che avevail sogno di diventare un fotoreporter di guerra. Poi confessal'importanza di essere a Cannes. "Senza la benedizione delfestival questo film poteva rimanere ai margini. Era una miapaura. Cannes puo' dare dignita' e credibilita' a questolavoro. Per me era importante". A credere nel suo progetto e'stata anche la Lucky Red che distribuira' il film in Italia dal28 maggio. .