(AGI) - Roma, 14 mag. - Piu' di due pesci su tre consumati inItalia provengono dall'estero con il rischio evidente che vengaspacciato come Made in Italy pesce importato, anche perche' alristorante non e' obbligatorio indicare la provenienza. E'quanto denuncia Coldiretti Impresapesca in occasionedell'incontro "Le frodi: dal mare alla tavola" organizzato aSlow Fish iniziato a Genova nel "Porto Antico" con lacostituzione del Comitato scientifico Ambiente mare e acqueinterne. Dal pangasio del Mekong venduto come cernia al filettodi brosme spacciato per baccala', fino all'halibut o lalenguata senegalese commercializzati come sogliola, la frode e'in agguato sui banchi di vendita dove - sottolinea laColdiretti Impresapesca - vige l'obbligo dell'etichettad'origine ma soprattutto al ristorante dove la provenienza diquanto si porta in tavola non deve essere indicata. Tra itrucchi nel piatto piu' diffusi ci sono anche - continua laColdiretti - il polpo del Vietnam spacciato per nostrano, losqualo smeriglio venduto come pesce spada, il pesce ghiaccio alposto del bianchetto, il pagro invece del dentice rosa o levongole turche e i gamberetti targati Cina, Argentina oVietnam, dove peraltro e' permesso un trattamento conantibiotici che in Europa sono vietatissime in quantopericolosi per la salute. "Coldiretti Impresapesca e' impegnataper garantire la trasparenza dell'informazione ai consumatoridal mare alla tavola anche con progetti che riguardano laristorazione, dove si sta diffondendo la "carta del pesce" perdistinguere il prodotto made in Italy mentre enormi passi inavanti sono stati fatti sull'etichettatura nei banchi divendita" ha affermato il presidente della Coldiretti RobertoMoncalvo. Nel 2014 sono stati importati in Italia oltre 731milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altriinvertebrati acquatici con un aumento del 4 per cento rispettoall'anno precedente. Da quest'anno e' piu' facile riconoscereil pesce italiano dall'etichetta grazie all'entrata in vigoredei nuovi regolamenti comunitari il 23 dicembre del 2014 connorme relative all'etichettatura per la messa in commercio deiprodotti ittici (Reg. UE n. 1379/2013) e quelle sulla fornituradi informazioni sugli alimenti ai consumatori (Reg. UE1169/2011). Per effettuare acquisti di qualita' al giustoprezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca e', laddovepossibile, di acquistare direttamente dal pescatore o, se daun'attivita' commerciale, di verificare sul banconel'etichetta, che per legge deve prevedere l'area di pesca(Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (MarLigure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari diSardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriaticosettentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Joniooccidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8(Corsica) e 15 (Malta). Nelle etichette sara' indicata,inoltre, la tecnica di pesca (rete, nasse, strascico, lampara,ecc.) e, su base volontaria, la provenienza esatta di pesci,molluschi e crostacei. Novita' - rileva Coldiretti Impresapesca- anche per quanto riguarda le informazioni sul pescecongelato, con l'obbligo di indicata la data di congelamento.Nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita esuccessivamente venduti decongelati, la denominazionedell'alimento e' accompagnata dalla designazione "decongelato". I prodotti che possono sembrare costituiti da un unico pezzodi pesce - spiega Coldiretti Impresapesca - ma che in realta'sono frutto dell'unione di diverse parti attuata grazie adaltri ingredienti (tra cui additivi ed enzimi alimentari oppuremediante sistemi diversi), dovranno recare l'indicazione "pescericomposto". Le maggiori incombenze per i pescatori - continuaimpresa pesca Coldiretti - si traducono in maggiori garanzie diidentita' del pescato o allevato nazionale che consente aiconsumatori di fare scelte di acquisto piu' consapevoli ingrado di riconoscere e premiare il pesce tricolore.(AGI) Bru