(AGI) - Roma, 10 apr. - Cosa c'e' in fondo al mare? Ce lo diceMonica, ovvero il progetto per il Monitoraggio innovativo dellecoste e dell'ambiente marino coordinato dall'Ingv-OsservatorioVesuviano, in collaborazione con il Cnr, e finalizzato adisegnare il paesaggio sottomarino delle acque della baia diPozzuoli, a nord di Napoli. Dove sono state individuate nuovefumarole marine e studiati in dettaglio resti archeologicisommersi grazie appunto a una mappa batimetrica dettagliata delfondale, recentemente pubblicata su Journal of Maps. Muriromani, antichi basolati e reperti di duemila anni fa traemanazioni di gas vulcanici. La mappa batimetrica ad altarisoluzione e' sviluppata dall'Osservatorio vesuviano (Ov)dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), incollaborazione con l'Istituto per l'ambiente marino costiero(Iamc) del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli. Lo studio High-resolution morpho-bathymetry of PozzuoliBay, southern Italy, finanziato dal Miur, ha esplorato lestrutture portuali, i complessi residenziali e termali di eta'romana, come il Portus Iulius e la villa dei Pisoni, sommersidal mare a causa dei movimenti verticali del suolo, all'internodi un contesto ricco di emissioni fumaroliche per la naturavulcanica del territorio. Il team di ricercatori partenopei haricostruito la morfologia dell'area marina individuando,mediante ecoscandaglio multibeam, la presenza e la posizione distrutture archeologiche fino a circa 15 metri di profondita'."Ma c'e' di piu' - afferma Renato Somma, ricercatoredell'Ov-Ingv - Sono state scoperte aree finora sconosciute diemissione di gas vulcanici, e individuati terrazzi marini avarie profondita'. Il rilievo batimetrico ha dato un'immaginesenza precedenti della morfologia del fondale marino della baiadi Pozzuoli e rappresenta un contributo alla comprensionedell'evoluzione della caldera dei Campi Flegrei, un'areavulcanica attiva ad alto rischio, abitata da quasi un milionedi persone". La mappa, prodotta a scala 1:10000, rappresentaanche un importante strumento per la definizione di scenarimultirischio e per il controllo dell'evoluzione delle areecostiere. "La baia di Pozzuoli - spiega Giuseppe De Natale, ildirettore dell'Ov-Ingv e coordinatore del progetto Monica -costituisce la parte centrale della caldera dei Campi Flegrei,un'ampia struttura vulcanotettonica che si e' formata inseguito alle eruzioni vulcaniche dell'Ignimbrite Campana (lamaggiore eruzione esplosiva avvenuta nell'area campana 39.000anni fa) e del Tufo Giallo Napoletano (la seconda eruzione perimportanza nell'area campana, di 15.000 anni fa). L'ultima eruzione e' avvenuta nel 1538. Nel passato l'areae' stata piu' volte interessata da movimenti del suolo legatialla dinamica vulcanica e recentemente si sono verificati dueulteriori episodi di bradisismo, negli anni 1969-1972 e1982-1984, che hanno prodotto un sollevamento complessivo delsuolo di circa tre metri e mezzo, accompagnati da sciami diterremoti di bassa energia. Negli ultimi dieci anni circa ilmovimento del suolo e' ripreso e ha prodotto un innalzamento dicirca 28 centimetri a oggi", spiega ancora De Natale. Ilprogetto Monica e' finalizzato alla prevenzione e alla gestionedelle emergenze ambientali, soprattutto marine e costiere,anche attraverso la realizzazione di un sistema di monitoraggioin fibra ottica, costituito da sensori installati su fondalemarino, che andra' a integrare i sistemi gia' esistenti aterra. "L'obiettivo e' costituire un sistema di monitoraggiomarino-costiero che, insieme ai sistemi basati a terra, sia ingrado di controllare fenomeni naturali quali terremoti,eruzioni, movimenti franosi, maremoti e possa essereulteriormente implementato con sensori capaci di rilevareparametri biologici e di inquinamento marino, nonche' fenomeniantropici quali traffico marittimo ecc.", prosegue De Natale.Il Modello digitale del terreno dell'area emersa di Pozzuoli(Dtm), prodotto nel corso di questo studio, e' stato integratocon quello realizzato in precedenti campagne di ricerca e datirelativi all'area costiera dei Campi Flegrei, acquisiti nel2004 dalla Regione Campania. "Ulteriori rilievi in corsoporteranno all'installazione di un cavo sottomarino interratoin fibra ottica, che colleghera' alla terraferma alcunestazioni di monitoraggio geofisico collocate sul fondo marino",conclude il direttore dell'Ov-Ingv. (AGI) Vic.