Milano - C'è grande preoccupazione per via della scoperta, da parte del laboratorio di Microbiologia Clinica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi (Firenze), di un nuovo meccanismo di resistenza riscontrato in casi di Escherichia coli da animali, ma occasionalmente anche in isolati clinici e in altre specie di enterobatteri. L'allarme arriva dall'Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli), che sottolinea come questo meccanismo induca resistenza all'antibiotico considerato un salvavita, ovvero la colisitina. La nuova descrizione, fanno sapere gli esperti, conferma l’estrema attenzione con la quale "occorre monitorare l’evoluzione genetica di quei batteri che possono costituire una grave minaccia per la salute dei pazienti ricoverati".
Boom resistenza ad antibiotici
Nel 2050 un morto ogni 3 secondi
Ceppi di E. coli portatori di questo determinante di resistenza, sia di origine clinica che animale, sono stati già trovati anche in Italia. "I risultati cui sono pervenuti i colleghi del laboratorio di microbiologia clinica del Careggi di Firenze conferma che il fenomeno della farmaco resistenza batterica negli ospedali avanza inesorabilmente e che tutte la azioni devono essere messe in atto per cercare di contrastarlo", ha detto Pierangelo Clerici, presidente dell'Amcli e direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese. "Su questi temi Amcli - ha proseguito - è stata sempre molto attiva nei progetti di sorveglianza delle antibiotico-resistente, attraverso il Comitato per lo Studio degli Antibiotici, coinvolgendo la partecipazione di una rete di Laboratori di Microbiologia Clinica estesa sul territorio nazionale. Confermiamo la necessità di creare un tavolo di confronto attivo sul monitoraggio che i laboratori di microbiologia clinica ogni giorno svolgono al fine di identificare strategie comuni di prevenzione e trattamento di quella che a tutti gli effetti costituisce una delle più gravi crisi sanitarie cui dobbiamo dare risposte certe". (AGI)
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