(AGI) - Roma, 12 gen. - "La prima attuazione che della sentenzaCosteja sta dando Google (e, quindi, le Autorita' nazionali)dimostra come il diritto all'oblio, in particolare nella formadella deindicizzazione, non rappresenti in alcun modo unostacolo al diritto di informazione". Lo ha affermato ilGarante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro,in un'audizione davanti alla Commissione per i diritti e idoveri relativi a Internet. La sentenza e' quella con la qualela Corte di giustizia Ue ha stabilito che i cittadini europeihanno diritto di chiedere ai motori di ricerca l'eliminazionedei link che richiamano ai contenuti 'non piu' rilevanti' cheli riguardano". "Le richieste di deindicizzazione - ha reso noto Soro -sono state infatti respinte in circa il 60% dei casi (ed e'interessante notare come in Italia la percentuale di rigettidelle istanze sia maggiore che altrove), secondo criteri evalutazioni tendenzialmente condivisibili, come dimostra ancheil fatto che nella maggioranza dei casi il Garante, aditosuccessivamente al rigetto, non e' pervenuto a soluzionidifformi". Per il Garante della privacy "questo dimostra - adispetto degli allarmi, invero non sempre disinteressati, perle gravissime conseguenze che la sentenza Costeja avrebbedeterminato - che l'applicazione dei principi della protezionedati ai giganti della rete e' sempre possibile e doverosanonche', piu' in generale, che non vi possono essere pernessuno zone franche nel rispetto dei diritti fondamentali".(AGI).