AGI - Qual è il punto di vista di cittadini italiani appartenenti a diverse generazioni rispetto al ruolo del digitale nell’affrontare le principali sfide ambientali? E quanto da loro vengono utilizzati quegli strumenti che oggi la trasformazione digitale ci mette a disposizione? È a queste domande che risponde la nuova ricerca “Sustainable Environment 2025”, realizzata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale: ricerca che, quest’anno, ha esaminato e messo a confronto le percezioni e i comportamenti adottati in quest’ambito da quattro generazioni di italiani – Generazione Z (18-28 anni), Millenial (29-44 anni), Generazione X (45-60 anni) e Baby Boomer (61-75 anni).
Il rapporto è stato recentemente presentato nel corso di un webinar dedicato, e i dati sono stati commentati da esperti del settore provenienti tanto dal mondo accademico quanto da quello aziendale. “I risultati della ricerca mostrano come il nostro Paese sia ancora poco preparato ad affrontare la grande sfida ambientale che ci riguarda tutti”, ha commentato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “Questo scenario è preoccupante e sottolinea l’urgenza, da parte delle Istituzioni, di supportare i cittadini attraverso un’adeguata formazione e la messa a disposizione degli strumenti tecnologici e culturali necessari. Purtroppo, finora le Istituzioni stanno dimostrando carenza sia di impegno concreto sia di una visione strategica efficace”.
La sensibilità ambientale al di là dei luoghi comuni
Nel complesso, oltre un italiano su quattro (27%) continua a pensare che il cambiamento climatico – per quanto grave – non richieda un intervento immediato. E il dato diventa ancora più significativo considerando che, contrariamente a quanto si possa pensare, questa percentuale non migliora tra i giovani. Infatti, mentre i più “attendisti” si dimostrano essere i Millenials (31%), anche i giovanissimi della Gen Z (27%) pensano che ci sia ancora tempo per affrontare il problema. I Baby Boomer, invece, mostrano una sensibilità leggermente maggiore rispetto al cambiamento climatico, con il 77% di essi che vede un problema non più rimandabile.
I risultati, quindi, sembrano sfatare uno dei luoghi comuni in questo ambito: è tutt’altro che scontato che l’ambientalismo e la lotta al cambiamento climatico vedano i giovani in prima fila. Anzi, i dati evidenziano come la percezione della gravità della crisi ambientale tenda a superare le barriere generazionali.
Ambientalismo e tecno-diffidenza: un problema generazionale?
Altro risultato interessante emerso dalla ricerca è che coloro che dichiarano le visioni ambientaliste più radicate tendono ad essere più diffidenti nei confronti della tecnologia. Qui, però, si osserva una importante differenza analizzando il dato da una prospettiva generazionale: nelle generazioni più giovani – Generazione Z e Millenials – chi dichiara la maggiore vicinanza a posizioni ambientaliste tende infatti anche ad essere più digitalizzato. Al contrario, nelle generazioni più mature l’ambientalismo si accompagna spesso ad una forte tecno-diffidenza.
Un quadro, questo, che evidenzia la necessità di lavorare sulla consapevolezza individuale. Quello della sostenibilità digitale, infatti, non è solo un tema tecnologico, ma anche culturale: occorre usare linguaggi chiari per spiegare quale possa essere il ruolo della tecnologia nella sfida ambientale, affinché possa essere compreso da tutti, indipendentemente dalla propria generazione di appartenenza.
Le app per la sostenibilità, un uso ancora limitato
Tutto ciò assume ancora più importanza considerando i dati della ricerca relativi alla conoscenza e all’uso, da parte degli italiani, di quelle app in grado di aiutare a vivere in modo più sostenibile e rispettoso del Pianeta. Dati che fotografano un’Italia ancora poco digitale, nonostante qualche segnale positivo soprattutto tra i più giovani.
Le app per l’assistenza nella raccolta differenziata, per esempio, sono utilizzate soltanto da meno di un intervistato su cinque (17%): più attiva la Generazione Z – uno su quattro le usa (25%) – seguita dalla Generazione X (18%). È invece ben il 59% dei Baby Boomer a dichiarare di non sapere dell’esistenza di questa tipologia di app, ma quando ne viene a conoscenza, più o meno la metà degli stessi inizia ad utilizzarle almeno saltuariamente. E ciò sembra suggerire come l’ostacolo sia più la scarsa informazione e le poche competenze digitali, quanto invece una vera mancanza di interesse.
Molto basse anche le percentuali riguardanti l’uso di app come quelle per la prenotazione del ritiro di rifiuti ingombranti e per prenotare l’accesso all’isola ecologica: a utilizzarle con regolarità sono solo rispettivamente il 7% e il 5% dei cittadini intervistati. Anche in questo caso sono i più giovani i maggiori utilizzatori, anche se spesso in modo saltuario.
Ancora meno conosciute, infine, le app che controllano la qualità dell’acqua e quelle che controllano la qualità dell’aria, usate soltanto da una percentuale residuale di cittadini intervistati (rispettivamente il 2% e 3%). Per quelle relative all’acqua, il 63% dei Baby Boomer dichiara di non sapere della loro esistenza; e anche se tra i giovani sotto i 28 anni il dato cambia in modo significativo – il 75% di loro sa che esistono – solo il 4% degli stessi le usa con regolarità. Un quadro più o meno simile per le app che controllano la qualità dell’aria: ben il 59% dei Baby Boomer dichiara di non conoscerle, una percentuale che si dimezza al 30% considerando la Generazione Z.
Insomma, gli strumenti oggi ci sono, ma faticano ad entrare nel quotidiano della popolazione italiana. Ciò accade soprattutto tra i più adulti ma, come mostrato dai dati della ricerca, anche tra i giovani sembrano esserci più che ampi margini di miglioramento. Serve quindi un grande investimento tanto in consapevolezza quanto in formazione, per non disperdere il grande potenziale del digitale nell’affrontare la delicata sfida per il futuro del pianeta. Un investimento che deve riguardare tutti, dai più giovani ai più anziani, per poter abilitare una trasformazione digitale e sostenibile che non lasci indietro nessuno.