AGI - L’Intelligenza artificiale, oggi, sta cambiando profondamente il modo in cui possiamo prenderci cura della nostra salute. Questa tecnologia, infatti, sta diventando sempre più una straordinaria risorsa in grado di migliorare in modo significativo la qualità dell’assistenza sanitaria, sia in termini di diagnosi sia di prevenzione. E questo la rende uno degli strumenti migliori a nostra disposizione per avvicinarci al raggiungimento del terzo obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG 3): l’obiettivo definito dall’Agenda 2030 che punta a garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti, a tutte le età.
L’integrazione vincente tra competenze e tecnologia
Per la possibilità che offre, tra le altre, di elaborare grandi quantità di dati clinici in tempo reale, riconoscere pattern che possono sfuggire all’occhio umano e fornire supporti decisionali avanzati, l’IA rappresenta un alleato strategico per anticipare malattie, personalizzare trattamenti e ridurre errori diagnostici.
Per fare un esempio, uno degli ambiti in cui l’Intelligenza artificiale offre un grande contributo è quello della diagnostica precoce, per identificare l’insorgere di malattie in stadi iniziali, spesso ancora prima che si manifestino i primi sintomi evidenti. Tutto ciò grazie all’utilizzo di algoritmi avanzati di deep learning e machine learning che consentono di analizzare, con straordinaria precisione, una grande quantità di dati sanitari: cartelle cliniche, immagini mediche, dati biometrici e molto altro. Questo non significa però che l’uso di queste tecnologie possa sostituire il lavoro dell’uomo: evidenzia, piuttosto, come l’integrazione delle stesse con le competenze cliniche possa efficientare di molto i processi diagnostici, ottimizzare l’impiego del personale medico e, allo stesso tempo, salvare vite umane.
L’importanza dell’IA nella terapia psicologica
Ma il valore dell’IA non si limita soltanto alla salute fisica: questa tecnologia ha un enorme potenziale anche nel campo della salute mentale e psicologica, un ambito sempre più complesso e sfidante. In questa direzione, gli strumenti basati sull’Intelligenza artificiale possono infatti integrare il lavoro di psicologi e psichiatri offrendo un monitoraggio continuo e analisi di dati comportamentali e psicologici, che aiutano a individuare segnali precoci di disagio o peggioramento. Tramite chatbot, app di supporto e sistemi di analisi predittiva, l’IA consente di intervenire in modo tempestivo e di migliorare il percorso terapeutico, aprendo nuove prospettive: è ancora una volta l’integrazione, tra professionisti e tecnologia, a fare la differenza nell’affrontare sfide delicate riguardanti la salute e il benessere delle persone.
Disturbi del comportamento alimentare: il ruolo di mySMART Diary
È proprio in questo ambito che si colloca mySMART Diary: la prima web app a livello internazionale, sviluppata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale, realizzata a supporto dei terapeuti per migliorare le condizioni dei pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare (DCA). “mySMART Diary è un diario digitale pensato per supportare chi soffre di disturbi alimentari, permettendo di monitorare non solo il comportamento alimentare, ma anche di evidenziare i disturbi emozionali e relazionali sottostanti”, ha spiegato Giuliano Castigliego, Direttore Scientifico di mySMART Diary, specialista in Psichiatria e Psicoterapia e membro della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “È uno strumento molto utile per i terapeuti, poiché fornisce a noi professionisti in un colpo d’occhio moltissime informazioni mediche e psicologiche, liberando tempo e risorse per una migliore cura dei pazienti, e invita questi ultimi a migliorare le loro capacità di comprendere le loro e altrui emozioni”.
Il progetto – la cui idea è nata dall’impulso della community degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale – è stato realizzato in collaborazione con Microsoft Italia e Almawave, ed è basato su strumenti di intelligenza artificiale e modelli di mentalizzazione. Più nel dettaglio, il paziente può utilizzare il proprio smartphone per registrare nel diario alimentare digitale il proprio comportamento relativo al cibo, e annotare l’evento che ritiene abbia scatenato quel comportamento e quali emozioni ha provato in quel momento. L’insieme di questi tre aspetti crea un trigger che attiva l’IA, che suggerisce all’utente la lettura di una storia specifica selezionata in base alle informazioni fornite – tratta da racconti vicini alla sensibilità dei giovani d’oggi – invitandolo a coglierne il significato e, successivamente, a immedesimarsi nei personaggi e a riflettere su cosa avrebbe fatto al loro posto, quali pensieri avrebbe avuto e quali emozioni avrebbe provato.
Grazie a questa interazione, l’IA sviluppa una comprensione della narrazione fornita dal paziente ed elabora un profilo di mentalizzazione, con l’obiettivo di valutare la capacità della persona di comprendere i propri pensieri ed emozioni, così come i pensieri e le intenzioni di coloro con cui si relaziona. Il profilo, poi, è reso disponibile per la visualizzazione sulla dashboard del terapeuta che, a questo punto, può confrontarlo con le sue impressioni e valutazioni cliniche, facilitandone così il lavoro.
Solo in Italia, si stima che a soffrire di questa tipologia di disturbi siano circa tre milioni di persone. Affrontare il problema significa, oggi, migliorare la prevenzione, ma anche sfruttare tutti gli strumenti a nostra disposizione per rendere più efficiente il percorso terapeutico e di cura. L’Intelligenza artificiale è certamente uno di quelli, e questo progetto dimostra che se indirizzata in un’ottica di sostenibilità, e soprattutto integrata nel lavoro quotidiano dei terapeuti, può rappresentare uno strumento straordinario a beneficio della comunità.