AGI - Digitale e ambiente non sono mai stati tanto intrecciati quanto oggi. L'Unione Europea – pur con i rallentamenti derivanti dagli effetti dell’attuale situazione internazionale – spinge su una "doppia transizione", che unisce la trasformazione tecnologica alla sostenibilità ambientale, considerandole due facce della stessa medaglia per il futuro prossimo. Nonostante gli innegabili vantaggi, come la riduzione delle emissioni grazie allo smart working, è necessario non illudersi: dietro al "virtuale" si nasconde spesso un impatto energetico rilevante, dovuto a data center, reti e dispositivi.
Oggi il settore ICT assorbe circa il 4% dell'energia mondiale e, senza cambiamenti significativi, rischia di arrivare al 14% delle emissioni globali entro il 2040, numeri simili a quelli del comparto dei trasporti. Di fronte a questi dati, appare chiaro quanto sia indispensabile un confronto serio tra esperti di energia e digitale, che deve basarsi su due idee fondamentali: sostenibilità digitale e trilemma energetico.
Il trilemma energetico: un equilibrio difficile
Il trilemma energetico richiama la necessità di trovare un equilibrio fra tre obiettivi spesso in conflitto: garantire un approvvigionamento sicuro, mantenere i costi accessibili per cittadini e imprese, e ridurre al minimo l'impatto ambientale.
Come evidenziato dal World Energy Trilemma Index 2024, l'Italia si distingue in campo ambientale, ma deve ancora lavorare per rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti e migliorare l'accessibilità economica dell'energia. Una sfida che, in modo simile, vivono anche le imprese tecnologiche, sempre alla ricerca del giusto compromesso tra prestazioni elevate, protezione dei dati e facilità d'uso.
L'impronta della trasformazione digitale
La digitalizzazione incide direttamente sulle dinamiche energetiche, con effetti che vanno in entrambe le direzioni. Da un lato, strumenti come l'intelligenza artificiale e i sistemi IoT possono favorire l'uso più efficiente delle risorse e agevolare l'inserimento delle energie rinnovabili nei sistemi esistenti. Dall'altro, l'espansione delle infrastrutture digitali comporta un crescente bisogno di energia, che rischia di aggravare il problema se alimentato ancora da fonti fossili.
Pertanto, rendere il digitale davvero sostenibile significa affiancare allo sviluppo tecnologico una radicale decarbonizzazione dei sistemi energetici.
Tecnologia e sicurezza energetica
Un'energia più "intelligente" può diventare sinonimo di maggiore stabilità: le reti smart, ad esempio, migliorano la resilienza e la reattività dei sistemi di distribuzione. Tuttavia, l'affidamento crescente alla tecnologia espone a nuovi rischi, come attacchi informatici o guasti tecnici in grado di compromettere l'intero sistema.
Di conseguenza, accanto all'innovazione tecnologica deve crescere una solida cultura della sicurezza informatica applicata al settore energetico.
L'accesso all'energia nell'epoca digitale
La trasformazione digitale ha il potenziale per rendere l'energia più economica e facilmente disponibile, ma il rischio di accentuare le disuguaglianze è concreto. I costi iniziali di investimento e le competenze richieste per sfruttare appieno le nuove tecnologie potrebbero escludere le fasce più vulnerabili.
Per questo è fondamentale garantire un approccio inclusivo che consenta a tutti di partecipare e beneficiare del cambiamento, riducendo il più possibile le barriere economiche e culturali.
Costruire un futuro equilibrato
La rivoluzione digitale è destinata a trasformare profondamente il nostro modo di produrre, distribuire e consumare energia. Perché questa trasformazione sia anche un progresso verso una società più equa e sostenibile, è necessario un impegno congiunto tra politiche pubbliche, innovazione tecnologica e responsabilità sociale.
Non basta affidarsi alle promesse del progresso: solo un percorso ragionato e condiviso potrà fare della digitalizzazione uno strumento davvero efficace nella lotta ai cambiamenti climatici e nella costruzione di un futuro energeticamente più stabile e più giusto