C'è chi sostiene che più di metà del Pil italiano è prodotto in sole 3 regioni
- Marco Marin
Il deputato di Forza Italia Marco Marin il 23 aprile, parlando della necessità di costruire infrastrutture nel nostro Paese, ha dichiarato: "Veneto, Lombardia ed Emilia producono più del 50% del Pil del nostro Paese". È un’affermazione scorretta. Vediamo i dettagli.
Secondo quanto riporta l’Istat*, il Pil dell’Italia nel 2017 - ultimo anno per cui ci sono i dati ripartiti per regioni - è stato pari a 1.725 miliardi circa di euro. La Lombardia ha contribuito per 383,2 miliardi, il Veneto per 162,5 miliardi, l’Emilia-Romagna per 157,2 miliardi. Dunque, sommando i dati delle tre regioni, risulta un contributo al Pil nazionali pari a circa 703 miliardi di euro. In percentuale rispetto al Pil si tratta del 40,1%, dunque ampiamente al di sotto del "più del 50%" di cui parla Marin.
*Percorso: Conti nazionali > Conti e aggregati economici territoriali > Prodotto interno lordo lato produzione
Per avere un quadro più completo, guardiamo al dato sulla popolazione residente. Se infatti nelle tre regioni del nord vivesse il 40% della popolazione italiana, sarebbe poco sorprendente che qui venisse prodotto circa il 40% del Pil.
Secondo i dati Istat*, in Italia al primo gennaio 2018 risiedono 60,484 milioni di persone. Di queste, 10,036 milioni risiedono in Lombardia, 4,905 milioni in Veneto e 4,453 milioni in Emilia-Romagna.
Dunque nelle tre regioni risiedono complessivamente 19,4 milioni di persone circa, cioè il 31,5% della popolazione residente in Italia.
Il Pil pro-capite di queste regioni, di conseguenza, è nettamente più alto della media italiana. La Lombardia, con 38.200 euro all’anno, è seconda solo alla Provincia autonoma di Bolzano (42.300 euro). L’Emilia-Romagna arriva quarta con 35.300 euro annui (terza è la Provincia autonoma di Trento) e il Veneto con 33.100 euro si piazza sesto, sopravanzato dalla Val D’Aosta.
*Percorso: Popolazione e famiglie > Popolazione > Popolazione residente al 1° gennaio > Italia, regioni, province
Possiamo poi fare qualche altra considerazione, prendendo spunto dal report “Conti economici territoriali” diffuso dall’Istat a dicembre 2018. Qui infatti si scopre che alla crescita dell’1,6% del Pil a livello nazionale nel 2017 le tre regioni menzionate hanno contribuito più di chiunque altro, a parte la Provincia autonoma di Trento.
Prima in questa classifica arriva infatti la Lombardia, che ha visto un aumento del Pil del 2,7%. Seguono Trento col 2,6%, il Veneto col 2,3% e l’Emilia-Romagna con l’1,8%.
Ma sulla situazione nel Mezzogiorno, che secondo tutti gli indicatori è molto peggiore che nel Nord Italia, pesa in maniera determinante - secondo il rapporto - l’economia non osservata, in particolare il ricorso al lavoro nero e la sotto-dichiarazione dei risultati economici delle imprese.
Si legge infatti che "l’incidenza dell’economia non osservata è molto alta nel Mezzogiorno (19% del valore aggiunto), sopra alla media nel Centro (14,2%) e inferiore nel Nord-est (11,9%) e nel Nord-ovest (11,4%)". Le tre regioni citate da Marin sono poi ai vertici della classifica dell’export*. Su un totale di 462,9 miliardi di euro di merci esportate nel 2018 dall’Italia, la Lombardia ha contribuito per 127 miliardi, il Veneto per 63,3 miliardi e l’Emilia-Romagna per 63,4 miliardi. Dunque, queste tre regioni da sole totalizzano circa il 55% dell’export italiano.
*Scaricare “Serie storiche” > Tabella 2
Marin ha torto nel sostenere che Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna producano più del 50% del Pil dell’Italia. Le tre regioni sommate arrivano infatti a poco più del 40% del Prodotto interno lordo del Paese. Il risultato è comunque significativo, da un punto di vista economico, in quanto nelle tre regioni in questione risiede poco più del 30% della popolazione residente in Italia e da sole - in questo ambito sì - totalizzano più del 50% dell’export di tutto il Paese.
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