La presidente della Camera Laura Boldrini, nel corso della tradizionale cerimonia per lo scambio di auguri natalizi con la stampa parlamentare lo scorso 12 dicembre, ha dichiarato (min. 17.17): “Ci sono 300 pagine Facebook apologetiche, e l’apologia di fascismo è un reato”.
Si tratta di un’affermazione sostanzialmente corretta ma che riporta una stima superata sul numero di pagine apologetiche. Secondo le ricerche più recenti i numeri sono infatti ancora maggiori.
L’apologia di fascismo
Vediamo per prima cosa il quadro normativo. L’apologia di fascismo, come afferma la Boldrini, è un reato. È previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione"), detta anche Legge Scelba.
In particolare l’articolo 4 (“Apologia del fascismo”) dispone che chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo fascista (secondo la definizione data dall’articolo 1) è punito con una multa, l’interdizione quinquennale dai pubblici uffici e tra sei mesi e due anni di carcere.
La stessa pena è prevista per chi “pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.
Dunque una pagina Facebook che esalti Benito Mussolini, la marcia su Roma, i valori del ventennio o simili sembra sicuramente ricompresa nella definizione dell’articolo 1. Chi amministra tali pagine commette un reato e, a termini di legge, rischia a una pena pecuniaria e detentiva.
Le 300 pagine fasciste su Facebook, a dicembre 2016
Le ricerche su cui si basa la presidente della Camera sono state condotte dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia.
Una prima ricerca è stata pubblicata su “Patria Indipendente”, il periodico cartaceo e online edito dall’Anpi, il 19 dicembre 2016. I dati diffusi erano aggiornati al giorno 3 di quel mese.
Allora erano state quantificate in “circa 2.700” le pagine Facebook dell’estremismo di destra italiano e se ne tracciava una mappa interattiva.
Il numero di “300 pagine” veniva poi esplicitato in un articolo della Stampa del 3 febbraio 2017 che approfondiva i risultati della ricerca.
Qui Giovanni Baldini, responsabile tecnico del sito web dell’Anpi che ha collaborato con “Patria Indipendente” alla stesura della ricerca, affermava: “Il progetto sperimentale ha rilevato oltre diecimila pagine che in qualche modo sono connesse a correnti dell’estremismo di destra. Dopo un’attenta scrematura, il numero è sceso a circa 2.700, e le pagine palesemente apologetiche sono circa 300”.
I numeri più recenti
Ma, come anticipavamo, alla ricerca di dicembre 2016 ne è seguita un’altra, più recente, che ha aggiornato la mappa interattiva con numeri ancora superiori.
Pubblicata sempre da “Patria Indipendente”, la nuova ricerca è datata 4 maggio 2017 e quantifica in “oltre 3.600 le pagine incluse nei criteri che ci siamo dati”, e “fra queste abbiamo contato circa 500 pagine nelle quali sono presenti, in testi ed immagini, costanti collegamenti col fascismo e spesso espliciti apprezzamenti”.
Dunque il conto più recente parla di “500 pagine” che fanno apologia del fascismo su Facebook.
Possiamo citare ad esempio: “Essere fascista NON è reato”, “Istinto Fascista: Nel Dubbio Mena”, “Benito Mussolini eterna passione”, “Il mio credo si chiama Mussolini”, “Cuore NERO Batte Fiero dux mea lux”, “Io sono fascista”, “Noi fascisti d’Italia”, “Questo è fascismo”, “Noi giovani fascisti italiani”, “Benito Mussolini...Un Uomo...Un Grande!!”, “Fascismo: un valore mai morto”, e via dicendo.
Qui è consultabile l’elenco completo.
Conclusione
La presidente Boldrini è imprecisa a quantificare in 300 le pagine apologetiche, sbagliando per difetto. Il numero di 300 pagine Facebook apologetiche del fascismo deriva infatti da una ricerca di “Patria Indipendente” di dicembre 2016, mentre quella più recente – di maggio 2017 – alza il totale a 500.
A parte questo, la presidente della Camera ha ragione nel sottolineare come queste pagine siano in contrasto con la normativa italiana, costituendo il reato di “apologia di fascismo” perseguito dalla Legge Scelba.
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