Expo 2020 Dubai, l’evento che torna a unire il mondo
Rinviato di un anno a causa della pandemia da Covid-19, l’Esposizione Universale organizzata negli Emirati Arabi Uniti attirerà l’attenzione e l’interesse intorno al tema Connecting Minds, Creating the Future

L'Expo di Dubai

L’avventura di Dubai come città dell’Expo 2020 inizia nel 2013 con la vittoria della sua candidatura alla 154ma Assemblea Generale dell'Ufficio Internazionale delle Esposizioni (Bie). I 168 membri hanno scelto il progetto proposto dalla città degli Emirati Arabi Uniti e preferito a quelli di Ekaterinburg (Russia), Smirne (Turchia) e San Paolo (Brasile).

Il tema scelto da Dubai per Expo 2020 è Connecting Minds, Creating the Future. L’evento si svolgerà in un'area di 438 ettari a Jebel Ali (nella foto il masterplan), una zona equidistante tra gli aeroporti di Dubai e Abu Dhabi. A causa della pandemia da Covid-19 l’Esposizione è stata rinviata di un anno e si svolgerà dal primo ottobre 2021 al 31 marzo 2022.

Expo 2020 Dubai è la prima Esposizione Universale che si svolge in un Paese arabo, più precisamente nell’area ME.NA.SA. (Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridionale). Per sei mesi Dubai si trasformerà in una vetrina mondiale in cui i 200 Paesi partecipanti presenteranno al mondo il meglio delle loro idee, progetti, modelli esemplari e innovativi nel campo delle infrastrutture materiali e immateriali sui temi dell’Esposizione Universale: opportunità, mobilità e sostenibilità

L’esposizione Universale ha un logo ispirato a un anello d’oro. Il concorso, a cui hanno partecipato 19mila candidati, è stato parte di una campagna per costruire la consapevolezza di Expo Dubai 2020. Il designer vincitore, il pakistano Jafar Rizvi, descrive la sua creazione come semplice ed efficace: "I suoi anelli di collegamento, costituiscono l'anello nel suo complesso e portano al tema di Expo: Unire le menti, Creare il futuro. Inoltre gli anelli di varie forme simboleggiano le diverse idee che arriveranno grazie all'Expo".

Si chiama Terra, scritto in italiano, uno dei tre padiglioni tematici presenti nell’area espositiva di Expo 2020 a Dubai. La struttura, progettata dall’architetto Nicholas Grimshaw, costituisce un esempio internazionale di progettazione di edifici sostenibili: a impatto zero sia per l’energia sia per l’acqua, nessun cavo della corrente arriva per alimentare l’edificio così come nessuna condotta lo collega a un acquedotto o a scarichi fognari.

Nel padiglione Terra l’energia solare è garantita da 1.055 pannelli fotovoltaici disposti su una tettoia larga 130 metri e da una mini foresta di “alberi energetici”. L’approvvigionamento di acqua avviene grazie alla condensazione del vapore acqueo presente nell’aria, tutti i reflui vengono poi riciclati all’interno dell’edificio.

Non solo un clone, ma un vero e proprio ambasciatore del patrimonio culturale e artistico italiano. Il “gemello” del David di Michelangelo, stampato in 3D, sarà l’opera da ammirare e il cuore del padiglione italiano dell'Expo 2020. La copia realizzata in resina acrilica e poi rifinita con polvere di marmo, per renderla il più simile possibile all'originale anche nelle imperfezioni, è alta più di 7 metri (basamento compreso), composta da 14 pezzi assemblati ancora prima di intraprendere il viaggio da Firenze a Dubai. La copia pesa 400 chili, contro le 5 tonnellate dell'originale.

Una volta per ottenere una copia di un’opera d’arte come il David si faceva il calco a contatto, adesso i sistemi digitali, le scansioni, i laser-scanner e altri tipi di strumenti come la fotogrammetria, permettono di acquisire dati molto dettagliati: è come avere il calco più fedele possibile all'originale. Il restauratore Nicola Salvioli ha finito con il “tocco dell'artista” il lavoro delle macchine.

L’Expo di Dubai è il primo evento su scala globale dopo l’emergenza sanitaria per il nuovo Coronavirus. Si attende un successo e 25 milioni di visitatori, con una stima di 17 milioni provenienti dall’estero. Una sfida per gli Emirati Arabi Uniti che hanno investito per questo evento circa 8 miliardi di euro.

Il successo di Expo è una sfida che alla portata di Dubai, una città dove nulla è impossibile. Incastonata tra il deserto e i silenzi del Golfo Persico, la “lucertola” (questo il nome della città in italiano) si divide tra grattacieli high-tech e cammelli, tra icone della modernità da un lato e riti millenari dall’altro. Fedele al tema dell’evento che è Connecting Minds, Creating the Future.

Questa installazione del padiglione dell’Arabia Saudita si chiama Vision ed è una sfera flottante dal diametro di 30 metri con una superficie interattiva come il pavimento circostante. Riproduce opere d’arte di un collettivo di giovani talenti.

“Surreale” dice la gente davanti al Waterfall, u muro d‘acqua a caduta libera che simula una cascata. Si tratta di 3 segmenti che delimitano una piazza tonda dove ammirare la forza della natura e lasciarsi ispirare.

The Forest è il nome dell’installazione che caratterizza il padiglione della Svezia: gli alberi sono al tempo stesso simbolo e architettura oltre che essere un elemento che contraddistingue l’ecosistema del paese scandinavo.

Questa attrazione si chiama “Notre Dame” ed è ovviamente uno dei pezzi forti dell’offerta francese con il suo padiglione a Dubai. Realtà immersiva per sentirsi davvero tra le architetture del monumento parigino.

Il padiglione del Libano celebra la resilienza del suo popolo, che insieme si è messo in cammino più volte per superare le difficoltà che più volte nella storia ha dovuto fronteggiare: concetto rappresentato da queste statue all’ingresso.

Nel padiglione della Russia c’è l’installazione Mechanics of Wonder che richiama le connessioni nervose e cellulari del cervello umano rappresentato da una superficie tecnologica apribile rivestita da uno schermo per il videomapping

Il padiglione della Germania a Expo 2020 Dubai è il “campus” e offre un assaggio del futuro: cosa dobbiamo aspettarci? 36 esibizioni e progetti per il futuro: energia, sostenibilità e biodiversità.

La Repubblica Ceca vuole stupire con un sistema per ricavare l’acqua dall’aria che circola nel suo Padiglione e per farlo ha c’è una installazione di ferro che serve a trasportare ogni goccia possibile fino a un bacino di raccolta.

Anche il Vaticano ha un suo spazio all’Expo 2020 Dubai sotto l’insegna della fraternità e del dialogo interculturale e interreligioso. Uno dei pezzi forti è la riproduzione della “Creazione di Adamo” di Michelangelo presente nella volta della Sistina.

La Corea del Sud è presente con un padiglione colorato e che richiama i pixel delle immagini digitalizzate. Particolari questi cubi sulla facciata che possono ruotare a 360 gradi e sfoggiare diverse combinazioni di colori. Effetto ‘digi_logue’, fusione dei concetti digitale e analogico.