Chi è Steve Bannon e perché ebrei, musulmani e neri lo odiano
Le minoranze insorgono contro la scelta di un razzista antisemita a responsabile della linea politica della Casa Bianca

di Ugo Barbàra
Washington - Il 'caso Steve Bannon' è la prima grana che il presidente eletto Donald Trump deve affrontare. Ma chi è l'ultraconservatore pronto ad entrare nello Studio Ovale come responsabile della linea politica e perché le minoranze sono insorte contro di lui?
DA DOVE VIENE
Sessantadue anni, ex patron del sito ultraconservatore e populista Breitbart News, Bannon ha guidato negli ultimi mesi la campagna elettorale di Trump, contribuendo a rintuzzare gli attacchi di chi, come lo Speaker della Camera, Paul Ryan, guardava con sospetto la stella nascente. Ma per anni è stato l'uomo, che dalla piattaforma di Breitbart News, ha soffiato sul fuoco dei movimenti più estremi nel panorama politico americano e ferocemente ostile ad Hillary Clinton e allo stesso establishment repubblicano. E' solo l'autore di un documentario che osanna Sarah Palin, ex governatore dell'Alaska e candidata alla vicepresidenza all'epoca della sfida tra .
COSA FARA'
E' l'uomo che avrà un ruolo chiave nella Casa Bianca di Donald Trump. Sarà lo stratega della linea politica, l'uomo di fiducia del Presidente per le grandi questioni americane e internazionali. Già il fatto che, nel comunicato con cui è stato dato l'annuncio, il suo nome figuri prima di quello del 'chief of staff', il più moderato Reince Priebus, desta non poca preoccupazione a Washington: significa che un consigliere legato al suprematismo bianco avrà ascolto privilegiato nello Studio Ovale.
Rivalità e veleni in squadra, lavoro in salita per Trump
DI COSA E' ACCUSATO
Noto per posizioni vicine al nazionalismo bianco, è considerato antisemita e razzista. Nei quattro anni in cui è stato alla guida di Breitbart News dopo la morte del suo fondatore, Andrew Breitbart, ne ha fatto il portavoce della piattaforma di alt-right, la frangia legata all'ideologia della destra radicale, suprematista e anti-semita. Sotto la guida di Bannon, il sito, già dai tratti fortemente conservatori, ha virato ulteriormente a destra, portando all'esterno voci misogine, complottiste e xenofobe. Ha anche alimentato le più varie teorie cospirative, dalla nazionalità non americana di Barack Obama ai rumor sulla salute di Hillary Clinton, passando per l'accusa ad Huma Abedin, braccio destro di Hillary, di essere una spia di Riad.
Al timone di Breitbart (che starebbe per aprire uffici a Parigi e Berlino per coltivare e promuovere i locali, crescenti movimenti nazional-populisti), Bannon ha costruito le sue credenziali conservatrici anche con una serie di documentari: Generation Zero, che ascrive la crisi finanziaria a "decenni di cambiamenti sociali", la biografia di Michelle Bachmann 'Fire from the Heartland", oltre al suo documentario sull'ex governatore dell'Alaska, "The Undefeated", 'l'imbattuta'.
Non solo: il sito ha un'influenza "palpabile", come ha scritto il New York Times, sui social media: nell'ultimo anno ha raddoppiato i suoi contatti su Facebook e la notte delle elezioni, ha ricevuto il quarto numero più alto di interazioni di utenti sull'intero social network (più di Fox News, Cnn e lo stesso New York Times). Bannon è anche considerato l'uomo che si 'inventò' la conferenza stampa a sorpresa con cui Trump fece precedere il secondo dei dibattiti tv contro la rivale democratica e in cui il candidato repubblicano era attorniato dalle donne accusatrici di Bill.
L'INDIGNAZIONE DELLE MINORANZE
"E' un triste giorno quando un uomo che ha presieduto il sito web della 'alt-right', un gruppo di nazionalisti bianchi, imperturbabili antisemiti e razzisti, viene nominato membro senior della 'Casa del popolo'", ha tuonato Johnathan Greenblat, amministratore delegato di Anti-Defamation League, un'organizzazione ebraica. "E' facile capire perché il Ku Klux Klan abbia visto in Trump il suo campione", ha osservato in una nota il Southern Poverty Low Center, riecheggiando analoghi commenti da parte della Naacp, l'Associazione nazionale per il progresso delle persone di colore. "Se Trump vuole essere presidente di tutti lo deve allontanare", ha reclamato il Consiglio per le relazioni americane e islamiche.
A difendere la scelta del presidente eletto ci ha pensato il suo futuro capo di gabinetto, Reince Priebus, attuale presidente del partito repubblicano. Bannon è "una persona davvero molto intelligente. Non so da dove tutto questo arrivi. Non è lo Steve Bannon che conosco", ha detto Priebus alla Abc.