Il presidente americano, Donald Trump, ha dichiarato che solo il suo intervento nel conflitto tra Cina e Hong Kong ha evitato "migliaia di morti" nelle proteste nell'ex colonia britannica: "Se non fosse stato per me, migliaia di persone sarebbero morte", ha dichiarato in un'intervista a Fox News, e Hong Kong sarebbe stata cancellata "in 14 minuti"; e ha aggiunto che la Cina "ha un milione di soldati fuori Hong Kong che non entreranno solo perché" lui "chiede loro, per favore, di non farlo: avrebbe un impatto negativo nell'accordo commerciale. E Xi (Jinping, il presidente cinese) vuole fare un accordo commerciale".
L'equilibrismo di Trump
Le tensioni di Hong Kong e la disputa tariffaria tra Cina e Stati Uniti si sono intrecciate nelle parole del presidente Usa, che con indubbio equilibrismo ha anche espresso il suo appoggio tanto alla libertà di Hong Kong che a Pechino. "Dobbiamo stare con Hong Kong, ma sto anche con Xi", ha osservato, glissando sulla sua firma alla legge sui diritti umani e la democrazia a Hong Kong approvata dal Congresso degli Stati Uniti, contro la quale Pechino si dice pronta al contrattacco. "Sto con Hong Kong. Sto con la libertà. Sto con tutte le cose che vogliamo fare, ma stiamo anche facendo il più grande accordo commerciale della storia".
Le due posizioni - con Xi, che considera il ripristino dell'ordine "il compito più urgente" per Hong Kong, e con i manifestanti - appaiono inconciliabili, anche se lo stesso Trump avrebbe detto a Xi, a margine del G20 di Osaka, che gli Stati Uniti erano disposti ad abbassare i toni su Hong Kong per arrivare alla firma di un accordo sulla disputa tariffaria.
A che punto è lo scontro sui dazi
Ore prima della sua intervista a Fox News, Xi ha incontrato a Pechino gli ospiti del New Economy Forum di Bloomberg. La Cina, ha detto Xi, vuole lavorare con gli Usa per un accordo di fase uno sulla disputa tariffaria. "Quando necessario contrattaccheremo, ma stiamo lavorando attivamente per cercare di non arrivare a una guerra commerciale. Non abbiamo cominciato noi questa guerra commerciale e non è qualcosa che vogliamo", ha scandito il presidente cinese. Ad ascoltare Xi c'era anche l'ex segretario di Stato Usa, Henry Kissinger, principale artefice dell'allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Pechino e Washington negli anni Settanta, secondo cui un mancato accordo sui dazi potrebbe sfociare in una guerra vera tra le due potenze.
La Cina ha invitato la delegazione Usa incaricata dei negoziati sul commercio, ma i punti di frizione con Washington vanno oltre la questione delle tariffe e la crisi di Hong Kong. "Stati Uniti e Cina devono rafforzare la comunicazione ed evitare incomprensioni ed errori", ha detto Xi, citato dall'agenzia Xinhua, al novantaseienne Kissinger, poche ore dopo che due navi militari Usa sono state segnalate dalla Marina cinese nei pressi di isole rivendicate da Pechino nel Mare Cinese Meridionale.