Terrorismo: Mogherini, risolvere questione Libia in pochi giorni
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Terrorismo: Mogherini, risolvere questione Libia in pochi giorni

Terrorismo: Mogherini, risolvere questione Libia in pochi giorni

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(AGI) - Washington, 19 feb. - "E' chiaro che dobbiamoaffrontare il terrorismo dal punto di vista della sicurezzainterna ma dobbiamo risolvere innanzitutto il caso Libia. Lo hadetto l'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unioneeuropea, Federica Mogherini, a margine dei lavori del summitdella Casa Bianca contro l'estremismo violento. "Stiamolavorando insieme ai nostri partner globali nella sfida alterrorismo che e' al tempo stesso interna ed esterna - haspiegato - il senso del nostro incontro oggi e' quello dicombinare le misure di sicurezza interne e la nostra azionediplomatica". Secondo la Mogherini "oggi sara' moltoimportante" non solo lo svolgersi dei lavori ma anche lariunione, su iniziativa Ue, tra il segretario generale delleNazioni Unite, Ban Ki-moon, il segretario di Stato americanoJohn Kerry e il ministro degli esteri egiziano oltre,naturalnmente alla rappresentante Ue, sulla Libia. L'incontroe' previsto per questo pomeriggio. La comunita' internazionaledeve accelerare per una soluzione alla crisi libica, "e' unaquestione di giorni e non di settimane": e' l'avvertimentolanciato dall'Alto rappresentante della politica esteradell'Ue, Federica Mogherini, a margine dei lavori del summitcontro l'estremismo violento organizzato dalla Casa Bianca. "Inquesti prossimi giorni lo sforzo condotto dalle Nazioni Uniteandra' avanti", ha assicurato Mogherini, "il messaggio cheverra' qui oggi sara' quello di un piu' pieno sostegno di tuttigli attori internazionali e regionali a che il dialogo internoalla Libia porti ad un governo di unita' nazionale". "Sappiamobene che non abbiamo molto tempo. E' una questione di giorni enon di settimane", ha sottolineato. xxx Libia: esperto sicurezza "risibile andarci con mandato Onu" "E' risibile e da ingenui pensare di andare in Libia con unmandato Onu, per svolgere attivita' di peacekeeping. Non vi e'alcuna pace da proteggere e consolidare. I nostri governantistanno solo cercando di prendere tempo e di rimandare unadecisione che, per salvaguardare la nostra sicurezza, i nostriconfini e le risorse delle quali necessitiamo, andrebbe presaimmediatamente". A sottolinearlo e' Carlo Biffani, uno deimassimi esperti di sicurezza internazionale e direttoregenerale della Security Consulting Group. "Per creare - spiegaancora Biffani - le condizioni affinche' si possa arrivare aduna tregua tra i belligeranti, bisogna prima annientare lefazioni estremiste che agiscono sul territorio libico e questosi puo' fare unicamente facendo loro la guerra". Per Biffani"il mandato che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe conferirealla missione che da piu' parti viene richiesta, quasiimplorata, dovrebbe prevedere un uso aggressivo della forza edil solo termine, credo sia in grado di far recedere i nostridecisori politici. La responsabilita' di comando di unamissione di questo tipo comporta poi la capacita' di gestireuna compagine eterogenea come e' sempre in ambito Onu, cosaquesta difficilissima oltre che la volonta' di utilizzare, inattacco, qualsiasi tipo di arma della quale si disponga. Ebisognerebbe mettere in conto morti e feriti fra le nostrefila". Il direttore generale della Security Consulting Groupprosegue la sua analisi spiegando come "ci e' stato sempreraccontato che non vi era alcuna possibilita' che i terroristidello stato islamico potessero approfittare del tragico esododegli africani verso le nostre coste, per infiltrare sul nostroterritorio loro operativi 'in sonno'. Sembrerebbe che anchequesta granitica certezza starebbe vacillando e se e' vero comee' vero che lo stesso ministro Alfano, sta iniziando amanifestare un significativo cambio di rotta in tal senso, noncredo che esistano analisti od uomini di intelligence chepossano escludere questa eventualita' in maniera categorica.Sostengo gia' da quando inizio' Mare Nostrum, che se non unasoluzione, almeno una drastica riduzione del problema potevaconsistere nell'impedire, in ogni modo, la partenza dalle costelibiche delle cosiddette carrette del mare". Biffani si domanda"come mai nessuno osi tacciare Malta, la Spagna o la Grecia dirazzismo e di barbarie, quando impediscono alle carrette delmare, come sono soliti fare, di entrare nelle loro acqueterritoriali. Il messaggio lo hanno mandato forte e chiaroquando hanno fatto fuoco con le armi di bordo, in prossimita'della prua dei gommoni e delle barche stracariche di immigraticlandestini. Il messaggio e' stato recepito e pare sia servitoad evitare il ripetersi di simili tentativi."Nessuno deicomandanti delle nostre unita' della Marina Militare e dellaGuardia Costiera, e' autorizzato a fare altrettanto, con irisultati, piaccia o meno, che sono sotto gli occhi di tutti".Il pericolo maggiore in questo momento per Biffani "e' corsodalle navi che soccorrono i profughi, dai mercantili e daquelle da pesca, che potrebbero essere attaccate in qualsiasimomento dagli uomini delle fazioni che si rifanno al califfatodi Al Bahdadi. Mischiarsi ad un gruppo di disperati edattaccare in azioni suicide o violente le unita' della nostraCapitaneria o della Marina Militare, e' qualcosa di tutt'altroche fantasioso. Quelle unita' devono essere da subito messenella condizione di potersi difendere. Nessuno puo' escludereche i terroristi islamici provenienti dalla Libia possanotentare poi un azione di forza e provare a sequestrarel'equipaggio di una nave mercantile o di una da pesca chetransitano nel quadrante sud del mediterraneo". Per Biffani "senon sapremo arginare il fenomeno e se non sapremo affrontare lenostre responsabilita', potremmo trovarci presto con ilproblema in casa, chiusi come siamo, al centro dei fenomeni sulmodello dei "lupi solitari" a nord e dell'esercito del califfoa sud. E noi nel mezzo". Torna poi a parlare della situazionein Libia concludendo che "per essere efficace, una azionecontro le bande che hanno gettato la Libia nel terrore e nelcaos, dovrebbe prevedere un uso aggressivo della forza, decinedi migliaia di uomini e contemplare una permanenza sul terrenodi anni. Con ingenti vittime anche fra i componenti dellacompagine internazionale. Ergo, gli USA frenano e gelano leambizioni del nostro governo che sperava di trasferire ilrischio della decisione ad un livello piu' alto. Se decidereteazioni con i vostri aeroplani, la cosa non ci riguarda. Sevolete andare da soli, accomodatevi". .
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