E' la caduta di uno degli uomini-simbolo dell'onda di ultradestra in Europa. Oggi Heinz-Christian Strache, l'ex leader dell'Fpoe - che due anni fa, forte di un trionfale 26% dei voti, era arrivato al governo d'Austria insieme ai popolari di Sebastian Kurz - ha annunciato in un drammatico vertice di partito l'addio definitivo alla politica in seguito alla debacle elettorale di domenica, mentre l'appartenenza alla formazione dei nazional-populisti eredi di Joerg Haider viene "sospesa" sine die.
"Lo faccio anche per difendere la mia famiglie e per scongiurare ulteriori danni all'Fpoe", ha scandito l'ex vicecancelliere 50enne, aggiungendo che intende evitare "il rischio di una spaccatura del partito", che invece dove rimanere "un soggetto significativo nella politica austriaca". D'ora in poi Strache vuole dedicarsi ai suoi cari: "Quello che mia moglie ha dovuto sopportare in queste ultime settimane nessun marito lo può permettere". Nondimeno, l'ex leader dell'Fpoe spera che sua moglie Philippa accetti l'eventuale seggio da parlamentare: la 32enne infatti si era candidata in lista a Vienna.
A prime proiezioni pubblicate - che assegnavano all'Fpoe un tracollo di dieci punti rispetto al 2017 - Strache è finito subito sul banco degli imputati: colpa del famigerato video dell'"Ibizagate", dove lo si vede offrire ad una presunta miliardaria russa appalti pubblici in cambio di sostanziosi aiuti al partito, ma anche di un altro scandalo, scoppiato pochi giorni prima delle elezioni, riguardo ad una storia di "spese pazze" che Strache avrebbe fatto a costi dei contribuenti, utilizzando fondi destinati proprio all'Fpoe.
Una debacle completa: a maggio l'Ibizagate ha costretto il leader a lasciare gli incarichi nel partito e dal governo, dimissioni a cui è seguita la crisi vera e propria, con l'esito finale del voto anticipato di domenica scorsa. A chiudere i conti, e inchieste della magistratura ed il disastro finale nelle urne.
Le accuse della base
In pratica, Strache con il suo addio ha anticipato le mosse del partito. Il cui leader, Norbert Hofer, aveva già annunciato che se le imputazioni nei confronti del suo predecessore fossero state provate l'unica via sarebbe stata l'espulsione. E così si è espresso anche l'ex ministro alla Difesa Mario Kunsaek: "Non vedo nessun'altra possibilità, per quanto mi dispiaccia". Nella base del partito di ultradestra è un coro: nei commenti sulla sua pagina Facebook, Strache viene accusato di essere il principale responsabile della batosta elettorale. "Sei tu, caro Heinz, ad essere il colpevole di questa miseria", scrive un militante. Un altro non nasconde il sarcasmo: "Grande, signor Strache, ben fatto, davvero".
Un epilogo impensabile fino a pochi mesi fa, quando Strache veniva festeggiato come la star dell'ultradestra e il politico più in vista del governo, ovviamente dopo il cancelliere Kurz. Dopo l'Ibizagate è tutto cambiato drasticamente: negli ultimi mesi gli era stato persino vietato di pubblicare commenti sulla propria pagina Facebook senza prima farli verificare dal partito, dato che l'account è intestato all'Fpoe.
La sua carriera era iniziata all'età di 21 anni nel consiglio distrettuale di Vienna. Il suo mentore era nientemeno che Joerg Haider, il "padre" del populismo di estrema destra austriaco, che proprio con l'Fpoe nel 1999 segna il suo più grande trionfo elettorale, portandolo a diventare il terzo partito d'Austria. Ma dopo l'abbandono di Haider, nel 2005, dovuto tra l'altro proprio ai contrasti con Strache, la via per il nuovo leader pareva spianata: una costante ascesa, che nel 2016 solo per un soffio non porta il compagno di partito Norbert Hofer a diventare presidente della Repubblica e che nel 2017 trascina l'Fpoe a conquistare il 27% dei consensi, guadagnandosi nel primo governo Kurz una bella manciata di ministeri-chiave. Successi che hanno fatto assurgere Strache al gotha dell'ultradestra europea. Finché un video girato di nascosto in una villa a Ibiza non ha cambiato i conti della storia.