Primi morti in Libia per la Turchia: secondo il quotidiano 'Al Arab', tre soldati di Ankara avrebbero perso la vita e altri sei sarebbero rimasti feriti. I corpi sarebbero stati portati all'aeroporto di Misurata per essere rimpatriati, mentre i feriti sarebbero stati trasferiti all'ospedale di Nalut, 270 km a ovest di Tripoli.
I turchi sostengono Serraj, ma l'offensiva del generale Haftar non accenna a fermarsi, nonostante il recente incontro a palazzo Chigi con il premier italiano Giuseppe Conte. La Ue ribadisce il suo no all'opzione militare.
Il ministro Di Maio denuncia: "C'è un rischio terrorismo che noi possiamo risolvere, se riusciamo a mettere attorno a un tavolo tutti gli attori di questa crisi, che non sono solo i libici. Ci sono Paesi che hanno interferenze e interferiscono continuamente con questa guerra civile. Il nostro obiettivo - ha detto - è metterli attorno a un tavolo, insieme a altri Paesi della comunità europea e della comunità internazionale per trovare una soluzione".
Il Segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, sottolinea che in Libia "nessuno ha chiesto un ruolo militare della Nato". Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, chiede di promuovere "un cessate il fuoco efficace e un embargo sulle armi", seguito da "un processo politico sotto l'egida delle Nazioni Unite". La Russia appoggia il generale Haftar.
L'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell, parlerà presto nuovamente con il ministro degli Esteri russo Lavrov. Media turchi riferiscono che Conte sarà lunedì da Erdogan ad Ankara. L'ex Presidente della Commissione Ue Romano Prodi rimarca: "Russia e Turchia in Libia sfruttano il vuoto lasciato dalla Ue".
La situazione resta incandescente su tutto lo scenario mediorientale, inclusi Iran, Iraq, Afghanistan e Siria. Dopo l'uccisione del generale iraniano Soleimani da parte degli Usa in Iraq, un aereo ucraino è caduto a Teheran, forse colpito da un missile antiaereo. Tra le vittime 82 iraniani, 63 canadesi, 11 ucraini, 10 svedesi, 4 afghani, 3 britannici e 3 tedeschi. L'Iran nega di avere responsabilità per il disastro.
Nel colloquio telefonico tra il Presidente iraniano Rohani e il premier Conte, l'Iran ha chiesto alla Ue di adottare una posizione "indipendente" rispetto a quella degli Stati Uniti. Oggi il Segretario generale della Nato Stoltenberg ha affermato: "Bisogna continuare a sostenere l'Iraq perché la lotta contro lo Stato islamico non è finita. L'Isis può tornare". Per lo statista norvegese "è presto" per rispondere alla richiesta di Donald Trump di un maggior coinvolgimento dell'Alleanza atlantica nella regione.
"Dobbiamo restare uniti. Usa e Europa possono realizzare molto quando restiamo uniti. Ho parlato con Trump che ha chiesto alla Nato di fare di piu' nella lotta al terrorismo. Stiamo guardando a cosa possiamo fare di piu'", ha spiegato Stoltenberg.
"La Nato ha un'ampia serie di capacità. L'esperienza passata ci insegna che possiamo fare molte cose: sforzi diplomatici, sforzi politici, sviluppo delle capacità militari, operazioni militari. Ma è presto per arrivare a una conclusione. Queste sono decisioni che la Nato non può prendere da sola. Quando facciamo addestramento in Iraq, lo facciamo su richiesta del governo iracheno", ha precisato Stoltenberg.