Gli Stati Uniti, per la prima volta nella presidenza Trump, sono a un passo dalla crisi istituzionale, con uno scontro tra repubblicani e democratici che rischia di arrivare alla Corte Suprema.
La tensione è salita dopo che il presidente ha invocato il privilegio esecutivo per evitare la consegna al Congresso del rapporto completo di 448 pagine redatto dal procuratore speciale del Russiagate, Robert Mueller, come richiesto dalla Camera a maggioranza democratica.
“Gli americani - ha spiegato la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders - meritano un Congresso che sia concentrato a risolvere i veri problemi come la crisi al confine, gli elevati costi dei medicinali e le infrastrutture. Per questo il presidente si vede costretto a prendere questa decisione”.
La Casa Bianca ha definito "illegali e spericolate" le richieste di Jerrold Nadler (il democratico presidente della Commissione giustizia della Camera), che ha chiesto la pubblicazione delle parti secretate del rapporto e ha fatto scattare il veto della presidenza Usa.
Il mese scorso il ministro della giustizia William Barr aveva rilasciato una versione 'emendata' del rapporto di 448 pagine del procuratore speciale.
Ma i democratici hanno sempre detto di voler leggere per intero il rapporto e hanno accusato Barr di voler mettere a tacere la loro richiesta del materiale (di cui hanno bisogno per chiarire i possibili ostacoli alla giustizia e abusi di potere da parte di Trump).
“Nessuno è al di sopra della legge”
È la prima volta che Trump invoca il privilegio esecutivo e l'annuncio è stato fatto poco prima che Nadler desse il via alla riunione della commissione Giustizia sull'accusa per oltraggio alle istituzioni al ministro di Giustizia.
Barr è nel mirino non solo per la gestione del rapporto Mueller, ma anche perché si è rifiutato di testimoniare davanti al panel guidato da Nadler.
Nadler, ha definito la mossa di Trump una “sfida totale” al Congresso parlando apertamente di “escalation” e affronto istituzionale.
“Nessuno - ha detto - deve sentirsi al di sopra della legge”. Intanto la commissione ha messo ai voti la mozione che accusa il ministro della Giustizia di oltraggio al Congresso.
La decisione della commissione dovrà poi ricevere l’approvazione alla Camera riunita in seduta plenaria. In caso di condanna, Barr rischia anche il carcere.
La speaker della Camera, Nancy Pelosi, che nelle scorse settimane si è scagliata contro il ministro, non ha escluso la richiesta di impeachment.
Lo scontro in atto sta mettendo in discussione l’equilibrio dei poteri, che potrebbe portare il coinvolgimento della Corte Suprema, formata da giudici in maggioranza di nomina repubblicana.