AGI - Con l'elezione di un sindaco musulmano, Zohran Mamdani, e la nomina di un vescovo pro-immigrati, Ronald Hicks, New York non diventerà più pluralista, perché in fondo lo è sempre stata. Ma in un'America che dà la caccia agli immigrati e con un governo che ha fatto del suprematismo bianco e cristiano il suo nuovo vangelo, la città più grande e popolosa d'America può rendere ancora più visibile ciò che ha sempre rappresentato lo spirito americano: l'identità civica non coincide con una fede, un'etnia o una genealogia. Ma sa abbracciarle tutte come la Grande Mela, che dal 2026 aprirà le porte al nuovo.
Il cambiamento potrebbe essere soprattutto nel linguaggio pubblico. Il cardinale che ha guidato e guiderà fino alla fine di gennaio la diocesi di New York, Timothy Dolan, ha appoggiato apertamente Donald Trump e le sue battaglie, al punto da indicare nel suprematista Charlie Kirk, ucciso in un attentato a settembre, un moderno San Paolo che "non aveva paura a pronunciare la parola Gesù". Quel Kirk che non esitava a schierarsi contro gli immigrati e i neri, e sosteneva che le donne dovessero restare a casa a fare figli.
Il ruolo di Hicks e l'accoglienza
Hicks, che ne prenderà il posto, viene descritto come moderato, ma in cui sia i conservatori sia i progressisti si riconoscono. Ma soprattutto, in linea con papa Leone XIV, che come lui viene dall'Illinois e di cui ha condiviso l'esperienza in America Latina, è considerato un difensore del principio dell'accoglienza.
Immigrazione e religione: una sfida morale
Dunque come per Mamdani, immigrato lui stesso, c'è da aspettarsi che l'immigrazione non verrà più vista come "crisi" ma come sfida morale. E che la religione non sarà intesa come strumento identitario da usare contro qualcuno, ma come argine etico all'esclusione.
New York e la sua storia di inclusione
Il governo cittadino e la Chiesa non si presenteranno come fortezze. Questo non significa che New York diventerà necessariamente più radicale. Potrebbe solo essere più coerente con la propria storia, quella degli irlandesi odiati, degli ebrei temuti, degli italiani disprezzati, dei portoricani messi ai margini, dei musulmani visti con sospetto.
New York: un'anomalia nell'America del potere
Nell'America della nuova teologia del potere, New York potrebbe diventare un'anomalia che irriterà il governo e la base Maga, che negli immigrati vedono la causa di ogni male: l'aumento degli affitti, il calo dell'occupazione, il prezzo degli immobili in vendita, l'inflazione, vengono tutti addebitati alla presenza degli stranieri. Ma anche questa non sarebbe una novità. Non è un mistero che New York non rappresenti tutta l'America e che più volte sia stata spina nel fianco dei presidenti.
Contrasto con la Casa Bianca e segnali di apertura
Così il contrasto potrebbe essere netto tra una Casa Bianca che parla di "nazione cristiana" e New York che esercita una cittadinanza post-confessionale, che riporta lo spirito americano alle sue origini, fondato sull'immigrazione e simboleggiato dalla statua della Libertà. Quella statua che dal ritorno di Trump è stata più volte violata, dissacrata, ridisegnata e rivisitata anche sui social. L'abbiamo vista seduta con una sigaretta in bocca, o con una birra in mano per dimenticare, oppure con le valigie mentre si allontana in cerca di una nuova terra, a indicare la fine del sogno americano. Temuto e osteggiato da una parte della comunità ebraica, Mamdani ha già inviato segnali di apertura, partecipando a un evento con centinaia di ebrei ultra-ortodossi con la kippah, il copricapo tradizionale ebraico. Anche Hicks potrebbe portare segnali di apertura. E nel nuovo anno, incontrerà il primo sindaco musulmano della storia della città, a sancire la dimensione globale di New York in un momento storico in cui la fede viene usata per escludere e selezionare.
New York: memoria vivente di un'America imperfetta
Non sarà una rivoluzione, ma questa inattesa coppia ai vertici della società civile e religiosa della città può rappresentare la memoria vivente di un'America imperfetta, rumorosa, contraddittoria, ma non fondata sulla paura dell'altro. Nessuno si aspetta che salvi l'America, ma New York può ricordarle chi è stata.