AGI - Nei negoziati in corso per mettere fine alla guerra, Kiev chiede disperatamente solide garanzie di sicurezza - "giuridicamente vincolanti" - per proteggersi da una nuova aggressione russa e non ripetere l'esperienza del Memorandum di Budapest, il documento con cui nel 1994, dopo la caduta dell'Urss, cedette il suo arsenale nucleare in cambio di garanzie di sicurezza, mai concretizzatesi.
Per molti, a Kiev, quel documento è diventato il simbolo di promesse mancate: firmato da Russia, Stati Uniti e Gran Bretagna, garantiva sulla carta protezione alla sovranità dell'ex Repubblica sovietica, ma è stato infranto quando Mosca ha annesso la Crimea nel 2014 e ha lanciato l'invasione nel 2022.
La firma del memorandum e gli impegni presi
Il 5 dicembre 1994, Leonid Kuchma, Boris Eltsin, Bill Clinton e John Major, sottoscrissero quello che ufficialmente si chiama 'Memorandum sulle garanzie di sicurezza in relazione all'adesione dell'Ucraina al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari'. Kiev rinunciò al suo arsenale nucleare, che all'epoca era il terzo più grande al mondo (dopo Stati Uniti e Russia), mentre Washington, Mosca e Londra si impegnarono a: rispettare l'indipendenza, la sovranità e i confini esistenti dell'Ucraina; astenersi dalla minaccia o dall'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dell'Ucraina; evitare pressioni economiche volte a subordinare ai propri interessi l'esercizio da parte dell'Ucraina dei diritti inerenti alla sua sovranità.
Valore politico e le prime violazioni
Il documento non era giuridicamente vincolante, ma aveva valore di accordo politico e a Kiev fu sempre percepito come uno degli strumenti di garanzia della propria sicurezza da parte dei maggiori player mondiali.
L'Ucraina ha denunciato violazioni del Memorandum da parte di Mosca fin dal 2014, quando la Russia ha occupato e poi annesso la penisola ucraina della Crimea prima di iniziare a sostenere i filorussi in Donbass. Allo stesso tempo, Kiev ha criticato spesso il rispetto degli obblighi dei Paesi occidentali, altri firmatari del documento.
La posizione degli Stati Uniti e del Regno Unito
Dal canto loro, gli Stati Uniti e il Regno Unito ritengono di aver adempiuto ai propri obblighi come stabilito nel Memorandum, in particolare tenendo consultazioni quando la sicurezza e la sovranità dell'Ucraina sono state minacciate.
"Oggi, il Memorandum di Budapest è un monumento alla miopia nel processo decisionale in materia di sicurezza strategica", ha denunciato in una nota il ministero degli Esteri di Kiev, in occasione dell'anniversario della sigla dell'accordo lo scorso 5 dicembre.
Quell'accordo "dovrebbe servire da promemoria per gli attuali leader della comunità euro-atlantica che costruire un'architettura di sicurezza europea a spese degli interessi dell'Ucraina, anziché prenderli in considerazione, è destinato al fallimento", ha ammonito Kiev.