AGI - Prima dell'inizio della cena di Berlino sull'Ucraina alla quale, oltre ai leader europei, al presidente ucraino Zelensky e al segretario generale della Nato Rutte, partecipano i negoziatori Usa, c'è stato un breve colloquio fra la premier Giorgia Meloni e uno dei due inviati americani da Donald Trump, Jared Kushner. Nella foto di famiglia prima dell'inizio del vertice la premier era accanto ai due diplomatici americani che seguono il negoziato, Steve Witkoff e Kushner. Con il genero del presidente Usa la presidente del Consiglio si è intrattenuta a parlare. Prima c'è stato uno scambio di saluti tra la premier e gli altri leader, fra gli altri con il tedesco Friedrich Merz, con la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen e con il presidente francese Emmanuel Macron.
Il principale tema sul tavolo resta quello delle concessioni territoriali con il presidente ucraino chiamato a dare una risposta dopo il pressing degli Stati Uniti che si aspettano un'accelerazione nei negoziati. Durante la cena, nonostante la reiterata richiesta di Zelensky, non si dovrebbe parlare del tema degli asset russi, dossier che sarà sul tavolo del prossimo Consiglio europeo (anche la bozza della risoluzione di maggioranza che verrà presentata mercoledì in Aula in occasione delle comunicazioni della premier rimanda alla riunione di Bruxelles).
Colloqui USA-Ucraina e garanzie di sicurezza
Dopo i nuovi colloqui tra Ucraina e Stati Uniti questa sera si farà il punto della situazione. Il presidente Usa Donald Trump, soddisfatto per come si stanno evolvendo le trattative, parlerà con Zelensky e i leader Ue. Secondo fonti Usa è stato "risolto il 90% delle questioni tra Mosca e Kiev". La convinzione degli Stati Uniti è che "la Russia accetterà le garanzie di sicurezza per Kiev". "Si tratta – hanno spiegato fonti statunitensi – di garanzie molto forti". "Con gli Stati Uniti colloqui duri ma costruttivi", ha riferito il presidente ucraino.
L'appello italiano e l'articolo 5 della NATO
Alla cena di questa sera alla Cancelleria tedesca l'Italia farà un nuovo appello alla coesione tra Kiev, Usa e Unione europea. Una condizione necessaria per poi fare pressione su Mosca affinché scenda a compromessi sul piano di pace. Zelensky ha chiesto garanzie di sicurezza tramite l'applicazione dell'articolo 5 della Nato – una soluzione da tempo caldeggiata anche dalla presidente del Consiglio – che stabilisce che un attacco armato sarà considerato come un attacco diretto contro tutti i membri dell'Alleanza. L'arrivo dei leader europei è previsto per le 18:30: ci saranno il primo ministro danese Mette Frederiksen, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo António Costa, il presidente finlandese Cai-Goran Alexander Stubb, il presidente francese Emmanuel Macron, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre, il primo ministro polacco Donald Tusk, il segretario generale della Nato Mark Rutte, il primo ministro olandese Dick Schoof, il primo ministro svedese Ulf Kristersson e il primo ministro britannico Keir Starmer. Dovrà essere Kiev – che ha annunciato ieri la rinuncia alla richiesta di far parte della Nato e si è detta favorevole al 'congelamento' della guerra per quanto riguarda i territori – a pronunciarsi, con l'incognita del referendum annunciato dallo stesso Zelensky.
Il quadro per la pace e la ricostruzione
L'Italia a Berlino ha partecipato anche alle riunioni preparatorie del vertice, con il consigliere diplomatico del presidente del Consiglio, Fabrizio Saggio. Le riunioni, che si sono svolte ieri sera e questa mattina, hanno previsto sia un coordinamento tra Stati europei, sia un incontro con il team negoziale ucraino e i negoziatori americani Witkoff e Kushner. È in corso di definizione – hanno fatto sapere fonti italiane – un quadro composto da un piano per la pace, accompagnato da credibili e robuste garanzie di sicurezza e da una prospettiva di medio-lungo termine per la ricostruzione e la rinascita economica dell'Ucraina. Si tratta di temi – hanno sottolineato le stesse fonti – che investono anche interessi vitali dell'Europa e per questo motivo l'Italia ha partecipato attivamente alle riunioni preparatorie di questi due giorni.
Il nodo degli asset russi e la finanza pubblica
Poi i fari saranno puntati sul Consiglio europeo di Bruxelles. Anche la maggioranza ha rimandato alle decisioni che verranno prese il 18 e il 19 dicembre per quanto riguarda il nodo più spinoso, quello sull'utilizzo degli asset russi. Le forze che sostengono il governo impegnano l'esecutivo a "chiedere alla commissione europea un'approfondita disamina degli aspetti giuridici e finanziari di tutte le opzioni di finanziamento sul tavolo, ribadendo che l'Italia, che con notevole impegno si è guadagnato la prospettiva di un'uscita dalla procedura di deficit eccessivo, presterà particolare attenzione al tema dell'impatto attuale e futuro sui saldi di finanza pubblica" e a "determinare con i partner europei le effettive esigenze di assistenza finanziaria dell'Ucraina per il 2026-2027 e individuare, tra le possibili opzioni per farvi fronte, quella maggiormente solida da un punto di vista legale e finanziario, prevedendo regole chiare sulla spesa dei fondi e garantendo un giusto ritorno e il pieno coinvolgimento dell'industria europea".
Sostegno al processo di pace e diritto internazionale
Il documento – si legge nella bozza della risoluzione – impegna il governo a "proseguire ogni sforzo per sostenere il processo di pace per l'Ucraina, continuando a collaborare con gli Stati Uniti e mantenendo coeso il fronte europeo affinché si arrivi ad una pace giusta e duratura in Ucraina basata sul diritto internazionale e la Carta delle Nazioni unite". L'obiettivo è arrivare a "solide garanzie di sicurezza per l'Ucraina, con la partecipazione delle due sponde dell'Atlantico" e in ogni caso "resta prioritaria la difesa del diritto internazionale e pertanto permane il sostegno multidimensionale allo Stato aggredito". L'invito all'esecutivo è di continuare "ad agire nei confronti della Federazione russa ricorrendo a tutti gli strumenti della diplomazia incluso quello sanzionatorio", senza prescindere "dal coordinamento con gli altri Stati membri del G7 e alla luce di solide basi giuridiche e finanziarie, con l'obiettivo di spingere la Russia a sedersi al tavolo negoziale in buona fede e contribuire costruttivamente alla pace". Nessun riferimento nella bozza del testo al sostegno militare all'Ucraina.
Trump, mai così vicini alla fine della guerra
Donald Trump ha dichiarato di essere "vicini come non mai" alla fine della guerra in Ucraina.