AGI - La morsa di Mosca si aggiunge al pressing americano su Kiev: l'Ucraina dovrà lasciare il Donbass, "che appartiene interamente alla Russia", dice il diplomatico e stretto consigliere di Vladimir Putin, Yuri Ushakov. E senza un ritiro delle truppe ucraine dalla regione, non potrà esserci nessun cessate il fuoco.
Ushakov premette di non avere ancora visionato il nuovo piano Usa con le ipotetiche correzioni ma boccia le novità che Kiev, Ue e Usa stanno faticosamente negoziando. "Dopo tutti questi negoziati con l'Europa e l'Ucraina, dovremmo vedere il documento o i documenti, e vedremo cosa ne è stato di questi documenti dopo questi contatti", dice il consigliere del Cremlino. "Non abbiamo visto la versione rivista delle bozze americane ma quando la vedremo ho la sensazione che potremmo non apprezzarla molto", aggiunge.
Quanto alla possibilità, avanzata da Volodymyr Zelensky, di consultare il popolo ucraino con un referendum sulla cessione di pezzi di territorio, a cominciare dal Donbass, Ushakov risponde a muso duro: nessun referendum è possibile, in quanto "tutto il Donbass appartiene alla Russia secondo la costituzione russa". Inoltre Mosca esige il ritiro delle truppe di Kiev dall'area prima di ipotizzare una forma di tregua: "nessun cessate il fuoco finché l'esercito ucraino sarà in Donbass", dice Ushakov.
Lo stesso Zelensky ieri aveva parlato apertamente della pressione americana per "ritirare le sue truppe dal Donbass" per creare una "zona economica libera demilitarizzata" nella parte della regione attualmente controllata da Kiev. Secondo Ushakov anche se le truppe ucraine e russe si ritireranno dalla regione, la zona resterà comunque di competenza di Mosca con la presenza di polizia, guardia nazionale e forze di sicurezza.
La Russia inoltre, mentre continua a muoversi sul terreno con nuovi massicci attacchi con droni e missili, annuncia misure anche sul piano giuridico. La Banca Centrale russa ha fatto sapere di essere pronta a portare in tribunale il gruppo finanziario Euroclear, con sede in Belgio, che detiene gli asset congelati russi. Mosca sostiene che le azioni di Euroclear hanno causato danni e impedito alla Russia di gestire i propri fondi e titoli.
"I meccanismi di utilizzo diretto o indiretto dei beni della Banca di Russia, così come qualsiasi altra forma di utilizzo non autorizzato dei beni della Banca di Russia, sono illegali e contrari al diritto internazionale, compresa la violazione dei principi di immunità sovrana dei beni", ha affermato la banca centrale di Mosca.
Quanto al congelamento degli asset russi che gli Stati membri Ue intendono concordare oggi per un periodo indefinito, in modo da non dover più votare ogni sei mesi per la proroga, Mosca afferma che l'attuazione di tali piani sarà contestata "dai tribunali nazionali, dalle autorità giudiziarie di stati esteri e organizzazioni internazionali, dai tribunali arbitrali e da altre istanze giudiziarie internazionali, seguita dall'esecuzione delle decisioni giudiziarie nei territori degli stati membri delle Nazioni Unite".