AGI - Numero, obiettivi e la stessa possibilità del loro utilizzo sono alcune delle incognite intorno all'invio all'Ucraina dei missili americani Tomahawk.
Queste armi a lungo raggio sono in grado di colpire il territorio della Federazione nel profondo e arrivare fino a Mosca. Per questo la loro fornitura è ritenuta da Kiev essenziale per costringere la Russia al tavolo del negoziato.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva inizialmente dichiarato di aver "in un certo senso preso una decisione", un'affermazione che era stata interpretata come un potenziale via libera alle consegne.
Zelensky atteso alla Casa Bianca
Dopo la sua telefonata, definita "molto produttiva", con l'omologo russo Vladimir Putin, Trump ha però corretto il tiro e affermato di non poter "impoverire" le riserve americane, alla vigilia dell'incontro di con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, atteso oggi alla Casa Bianca per un vertice che avrà al centro proprio la possibile consegna delle armi prodotte dalla Raytheon, i cui rappresentanti sono stati incontrati stamane dal leader di Kiev.
L'avvertimento di Putin
Secondo gli osservatori, Washington sta soppesando il rapporto costo-benefici di quello che sarebbe un passo verso un'ulteriore escalation che potrebbe non rappresentare una reale svolta nel conflitto.
Lo stesso Putin ieri ha avvertito Trump che una simile operazione "non cambierebbe la situazione sul campo di battaglia" dove la Russia "ha l'iniziativa su tutta la linea di contatto", ha affermato il capo del Cremlino, ma danneggerebbe i rapporti bilaterali tra Mosca e Washington e allontanerebbe la pace in Ucraina.
I missili Tomahawk
Sviluppati per la prima volta negli Anni '70, i Tomahawk sono missili da crociera subsonici con una testata da 450 kg, utilizzati principalmente dalla Marina statunitense per attaccare obiettivi terrestri di alto valore e fortemente difesi. Prodotti da Rtx, costano circa 1,7 milioni di dollari ciascuno.
Con una gittata fino a 2.500 km, i Tomahawk possono raggiungere distanze oltre otto volte superiori rispetto ai sistemi missilistici tattici dell'esercito (Atacms) forniti all'Ucraina dall'amministrazione Biden.
Gli analisti ritengono più probabile che gli Stati Uniti forniscano all'Ucraina una versione del missile con carico convenzionale e una gittata fino a 1.600 chilometri.
Tutte le incognite
Non è chiaro neppure quanti Tomahawk Trump stia considerando di vendere agli alleati Nato per Kiev. Gli esperti osservano che le scorte statunitensi sono limitate: gli Stati Uniti ne hanno acquistati solo 202 dal 2022, ma ne hanno utilizzati almeno 124 contro gli Houthi e l'Iran dal 2024.
È anche possibile che i Tomahawk potranno servire in possibili attacchi sul suolo venezuelano. Secondo Stacie Pettyjohn del Center for a New American Security, Washington potrebbe destinarne a Kiev solo dai 20 ai 50, "il che non cambierebbe in modo decisivo le dinamiche della guerra".
Altra incognita è legata all'infrastruttura necessaria all'impiego di tali armi. I Tomahawk vengono solitamente lanciati da navi o sottomarini, ma possono anche essere lanciati da terra ed è proprio questo il modo in cui Kiev li userebbe contro la Russia, spiega il Financial Times.
Per farlo, le Forze ucraine avrebbero bisogno di lanciatori speciali, i sistemi di tiro a medio raggio Typhon dell'esercito americano o i sistemi a lungo raggio del Corpo dei Marines, più facilmente reperibili.
Gli Stati Uniti stanno probabilmente prendendo in considerazione un lanciatore a lungo raggio di dimensioni inferiori - sostanzialmente più compatto del Typhon - ma che richiederebbe comunque un coinvolgimento diretto americano sul territorio ucraino, probabilmente con l'invio di contractor per assistere gli ucraini nel loro utilizzo.
Michael Kofman, ricercatore senior presso il Carnegie Endowment for International Peace, ha avvertito che "se quest'arma venisse introdotta in Ucraina in modo più simbolico che decisivo, distribuita in piccole quantità, potrebbe esaurire una potenziale fonte di pressione senza ottenere grandi risultati".
Mosca, fa notare l'analista russa Tatiana Stanovaya, è consapevole che il Pentagono nutre preoccupazioni in merito al trasferimento di Tomahawk e non è certo della capacità di Kiev di gestirli in modo responsabile.