AGI - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato il grande assente del vertice per la pace in Ucraina andato in scena nella capitale americana Washington e voluto dal presidente americano Donald Trump. Ora però Ankara è in prima linea per ospitare il vertice di pace tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il leader turco sembra aver lasciato a Trump il ruolo di mediatore, ma continua ad avere un ruolo centrale e offrire un campo neutro dove le parti possono incontrarsi e dialogare.
Sin dall’inizio del conflitto Erdogan si è reso protagonista di una sorta di equilibrismo diplomatico che gli ha permesso di mantenere buoni rapporti sia con Mosca che Kiev. Da un lato il governo turco non ha applicato sanzioni nei confronti della Russia e ha mantenuto aperti i canali di dialogo e collaborazione; dall’altro ha chiuso il Bosforo al passaggio di navi russe e fornito droni all’Ucraina. Scelte politiche che hanno messo Erdogan in primo piano; una rilevanza che però l’entrata in scena del presidente americano Donald Trump ha scalfito.
I precedenti sforzi diplomatici turchi si erano infranti contro l’intransigenza dell’amministrazione guidata da Joe Biden e di alcuni leader europei. È il caso del vertice avvenuto a Istanbul nel 2022, in cui l’intesa saltò all’ultimo e non mancarono le accuse di “sabotaggio” da parte del governo turco.
Trump ha riaperto il canale con la Russia che fino a pochi mesi fa era una esclusiva del leader turco, ma lo stesso cambio di posizione non è avvenuto per l’Europa. In questa fase il presidente turco non ritiene i Paesi europei interlocutori che possano contribuire a un cessate il fuoco. Il ministero della Difesa di Ankara ha espresso profonde perplessità sull’invio di un contingente militare proveniente da eserciti schierati apertamente al fianco di Kiev. La diplomazia turca, a questo punto del processo, preferisce sedersi al tavolo con gli americani, piuttosto che con i leader europei. Una mossa dettata dalla convergenza di Erdogan e Trump rispetto al conflitto in Ucraina che con i leader europei invece manca.
La strategia, come sottolineato dal ministero della Difesa, prevede di dare la priorità a un cessate il fuoco e solo in un secondo momento di discutere gli aspetti operativi. Per i secondi ci si può sedere al tavolo anche con i leader europei, ma per il cessate il fuoco Erdogan si affida a Trump e ai buoni rapporti con Putin. Erdogan è deciso a far valere non solo i buoni rapporti, ma anche il controllo sugli stretti che portano al Mar Nero (importante per Nato e Russia allo stesso tempo) e il proprio peso militare, che consta di importanti collaborazioni nell’ambito della Difesa con gli ucraini. Tutte carte che posizionano la diplomazia turca al di sopra di quella europea, ma sempre un gradino sotto le iniziative della Casa Bianca che hanno ridimensionato la diplomazia turca in Ucraina.
Échange avec le Président Erdogan à l’instant sur la situation internationale.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) August 21, 2025
Nous partageons d'abord l'objectif de mettre fin à la guerre d'agression de la Russie contre l'Ukraine. Cela doit passer par l’arrêt des hostilités et la définition de garanties de sécurité robustes…
Il fatto che la Turchia sia ora in prima linea per ospitare un vertice di pace è la ulteriore conferma della centralità di un Paese che già nel recente passato ha permesso alle delegazioni di Mosca e Kiev di incontrarsi sul proprio territorio. Al momento la prospettiva più realistica vede Ankara fuori da negoziati diretti, ma sempre Paese terzo che, a differenza dei Paesi europei, può agire da garante e da padrone di casa per l’incontro tra Putin e Zelensky. Un faccia a faccia che Erdogan non è mai riuscito a organizzare, ma cui Trump sembra essere vicino.