AGI - La notizia emersa dopo il vertice alla Casa Bianca secondo cui il presidente russo, Vladimir Putin, è pronto a incontrare l'omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, "entro due settimane" ha fatto scattare subito diverse ipotesi sulla possibile sede dell'inedito faccia a faccia.
Zelensky rifiuta Mosca come sede
Zelensky ha già risposto "no" alla proposta presentata da Putin di tenere il bilaterale a Mosca. Lo ha rivelato una fonte all'Afp, la stessa che ha riferito della richiesta fatta da Putin al telefono con Trump. Secondo quanto affermato dalla fonte, Zelensky, che al momento della telefonata si trovava alla Casa Bianca insieme ai leader europei, avrebbe rifiutato. La notizia è diventata ufficiale di lì a poco quando Dmytro Lytvyn, un consigliere del leader ucraino, ha confermato alla Bbc l'indiscrezione diffusa dall'Afp. Il consigliere presidenziale ucraino ha rivelato che Zelensky ha subito detto no alla proposto del presidente russo.
Proposta di Ginevra e neutralità svizzera
E dunque quale sede? Il leader dell'Eliseo, Emmanuel Macron, ha proposto "un Paese neutrale, magari la Svizzera" nello specifico Ginevra, sede europea delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri svizzero, Ignazio Cassis, ha confermato che il suo Paese potrebbe organizzare il vertice e ha spiegato che Putin - su cui pende un mandato di arresto della Corte penale internazionale - godrebbe dell'immunità, come previsto per un ricercato che arriva a Ginevra per una conferenza di pace e non per motivi privati.
Roma come alternativa
Favorevole all'opzione Ginevra anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha rilanciato anche la 'candidatura' della capitale italiana. "Roma sarebbe stata anche una sede ideale, voluta da americani, ucraini e anche dagli altri, ma c'è il problema della Corte Penale internazionale, quindi sarebbe stato più complicato", ha spiegato da Berna.
Mosca non si sbilancia sulle sedi
Mosca al momento si è astenuta dal rilasciare dichiarazioni ufficiali sulle sue preferenze geografiche. "Non respingiamo nessun formato, bilaterale o trilaterale", ma va preparato con cura e in modo graduale, si è limitato a osservare il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov.
Difficoltà per Roma e Ginevra
E' "improbabile" che il Cremlino accetti Roma o Ginevra, scrive il quotidiano Moskovsky Komsomolets. La capitale italiana è già stata proposta e scartata di recente. A maggio, il Vaticano era pronto a ospitare il secondo round di negoziati tra Russia e Ucraina, ma Mosca si è rifiutata: Lavrov ha spiegato che un incontro di rappresentanti di due Paesi ortodossi "su una piattaforma cattolica" sarebbe stata "poco confortevole" per il Vaticano stesso. Per quanto riguarda la Svizzera, dopo che ha acconsentito all'invio di armi a Kiev Mosca non lo ritiene più un territorio pienamente neutrale.
Budapest tra le opzioni
La Reuters ha indicato Budapest tra le opzioni di sede per i colloqui. Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, è in buoni rapporti sia con Putin che con Trump, ma non lo è con Zelensky. L'Ungheria, inoltre, non è logisticamente adatta: per raggiungerla il leader del Cremlino dovrebbe attraversare lo spazio aereo di Bielorussia e Polonia o passare su quello ucraino. Per motivi di sicurezza, Putin non solca piu' i cieli dei Paesi considerati "ostili"; potrebbe fare una deviazione attraverso la Turchia, ma in questo caso dovrebbe attraversare lo spazio aereo della Romania.
Altre sedi proposte
La stampa russa valuta anche le ipotesi Abu Dhabi, già emersa in precedenza per il vertice Putin-Trump - Riad e Istanbul. Anche il dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko, stretto alleato del Cremlino, ha proposto più volte il suo Paese per ospitare un possibile summit dei leader.