AGI - Israele ha fatto sapere che fornirà entro venerdì la sua risposta ai mediatori internazionali sul nuovo piano di cessate il fuoco per Gaza, accettato da Hamas. Lo riferisce il Guardian, riportando i dettagli della proposta che prevederebbe il rilascio graduale di circa la metà degli ostaggi ancora in vita, così come la restituzione di altrettanti corpi, in cambio di circa 150 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, alcuni dei quali stanno scontando l'ergastolo, durante un cessate il fuoco previsto di 60 giorni. Tale piano si avvicina molto alle linee generali di un accordo inizialmente suggerito dall'inviato speciale Usa, Steve Witkoff.
L'influenza di Trump sulla decisione di Hamas
La proposta di accettare la tregua con Israele da parte di Hamas sarebbe legata al messaggio pubblicato lunedì 18 agosto sui social dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. "Non penso sia una coincidenza - ha detto, rispondendo a una domanda dei giornalisti - che Hamas abbia accettato la proposta dopo che il presidente degli Stati Uniti ha postato ieri su Truth un messaggio molto forte". "Vedremo il ritorno degli ostaggi - aveva scritto Trump - solo quando Hamas sarà affrontata e distrutta. Prima avverrà, migliori saranno le possibilità di successo".
La posizione di Israele e i principi per la fine della guerra
La politica di Israele "è coerente e non è cambiata. Chiediamo il rilascio di tutti i 50 rapiti in conformità con i principi stabiliti dal Gabinetto", ha comunque fatto sapere l'Ufficio del Primo Ministro ribadendo i principi per porre fine alla guerra: "Disarmare Hamas, restituire tutti i rapiti - vivi e caduti, smilitarizzazione della Striscia di Gaza, controllo della sicurezza israeliano e un governo civile alternativo che non sia Hamas o l'Autorità Palestinese".
Discussioni in corso per un attacco a Gaza
Il ministro della Difesa israeliano Yisrael Katz sta attualmente discutendo per approvare i piani per un attacco a Gaza con il capo di stato maggiore dell'IDF Eyal Zamir. Lo rivela Ynet, aggiungendo che nella discussione è coinvolto anche il vice capo di stato maggiore Tamir Yadai, il capo dell'intelligence militare, il COGAT, il direttore delle operazioni, rappresentanti dello Shin Bet e altri alti funzionari della difesa. La notizia arriva mentre si attende ancora la risposta di Israele in merito alla proposta di una tregua nella Striscia di Gaza avanzata dai mediatori di Qatar ed Egitto e approvata da Hamas.
Chiamata in arrivo per 60.000 riservisti
Circa 60.000 riservisti israeliani riceveranno gli ordini di chiamata alle armi che l'Idf emetterà a partire da mercoledì 20 agosto per l'offensiva pianificata a Gaza City. Lo fa sapere il Times of Israel, sottolineando che la chiamata avverrà a condizione che il ministro della Difesa Israel Katz approvi la mossa per l'operazione. Gli ordini non sono immediati e ai riservisti verranno date almeno due settimane prima di doversi presentare in servizio. Il numero di riservisti richiamati si aggiunge alle decine di migliaia che stanno attualmente prestando servizio nelle riserve. Non tutti i richiamati dovrebbero partecipare all'operazione per catturare Gaza City, poichè alcuni sostituiranno invece le truppe dell'esercito permanente su altri fronti.