AGI - "E' possibile che risusciti costantemente quello strascico di Erode? Quando vediamo quelle scene in televisione mi sento bombardato anch'io: vediamo queste persone alla ricerca di un pezzo di pane, di un piatto di minestra, che vengono bombardate e nessuno si muove? Cancelliamo la parola 'guerra' dal vocabolario umano”. Lo ha detto il cantante Albano Carrisi, in arte Al Bano, durante la conferenza stampa di Montecitorio dove con una raccolta firme presentata alla Camera dei Deputati è stata illustrata la proposta di candidare i bambini di Gaza al Premio Nobel per la Pace 2026, con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, su iniziativa dell'associazione culturale 'L'Isola che non c'è'.
Nobel per la pace ai bambini di Gaza: un antidoto alla vergogna
“Possibile che non troviamo un antidoto? Quindi firmo perché il Nobel per la Pace vada ai bambini di Gaza e spero che tutti si uniscano a questo esercito di pace per andare contro tutto quello che ci fa vergognare di essere umano. Io resterò umano, messaggero di pace lo sono sempre stato grazie ai racconti di mio padre che mi raccontava cosa ha passato in guerra”.
Al Bano e il concerto per la pace in Russia
Amatissimo e molto popolare a Mosca, Al Bano ha colto l’occasione anche per parlare del concerto della Pace in Russia: "Io sono già pronto per fare il mio concerto sulla Piazza Rossa. Me lo hanno già chiesto e sono convinto che il concerto si farà, anche prima del previsto, e io sono pronto”. Il concerto della Pace era stato annunciato già lo scorso febbraio, con una telefonata partita da Mosca, aveva riferito allora Al Bano. L’evento si sarebbe dovuto tenere tra agosto e settembre, ma è stato ovviamente rimandato. L’artista pugliese resta ottimista: "Mi hanno chiamato e io sono pronto e non vedo l'ora di cantare quando ci sarà. Io mi auguro che arrivi al più presto la primavera, sotto tutti i punti di vista, non soltanto quello climatico".
La posizione di Al Bano sulla 'russofobia' e Putin
Quanto alla lista dei 'russofobi' stilata dal governo di Putin, Al Bano preferisce “non entrare nella questione e non dare giudizio. Non perché non ne sappia dare... So solo che tutte le cose nella vita si mettono a posto, come è giusto che sia. E mi fermo qua". Tra cori che inneggiano al ritmo di 'Felicità', richieste di selfie, foto di gruppo e strette di mano, il popolare cantautore ammette senza problemi ai cronisti di essere "un estimatore di Putin" e di averlo "conosciuto quando era capo del Kgb".
Al Bano sull'invasione russa dell'Ucraina
"Non ho condiviso l'invasione russa dell'Ucraina e l'ho dimostrato. Però tutte le colpe – sottolinea - non vanno solo in una direzione. Se rivediamo bene tutto, tutti gli attacchi, tutte le azioni sbagliate che sono venute anche da altre postazioni, poi magari diamo anche un giudizio, come giusto che sia. La colpa - rimarca Albano Carrisi - non è solo di una parte".
L'appello alla pace e la critica alla guerra
Putin è propenso a fare la pace? "Deve chiederlo a lui - taglia corto il cantautore - io dico quello che penso da essere umano e della guerra non ne possiamo più. Ne abbiamo le palle piene e anche le tombe sono strapiene... Basta - sbotta - abbiamo bisogno di pace. Vogliamo vivere nella pace. La vita ci viene data dai nostri genitori e non ce la può togliere nessuno, in nome di nessun tipo di guerra, accettabile o non accettabile che sia, anche perché non c'è una guerra accettabile".
Equilibrio e giustizia per la pace
"Ripeto, le colpe non stanno tutte da una parte, e approfondendo, parlando con chi ne sa, ho capito che vengono applicate due misure, due pesi diversi. Basterebbe soltanto equilibrare questa 'bilancia del vivere' per trovare la strada”.
La proposta del Nobel per la pace ai bambini di Gaza
"Faccio parte dell'isola che non c'è, già da un po' di anni. Quando questa proposta fu portata all'ordine del giorno degli amici dell'associazione la mia riflessione è stata che non ci fosse posto migliore per presentarla della Camera dei Deputati", ha spiegato Sergio Costa, vicepresidente della Camera dei Deputati.
"Serviva un profilo alto per poter citare numeri impietosi: sessantamila morti di cui ventimila bambini. Quarantamila civili prossimi a una morte per fame, centomila bambini sono sulla soglia della fame strutturale e quarantamila l'hanno superata. Quei volti sono i volti dei nostri figli e dei nostri nipoti. In questo caso, è chiaro che il Nobel per la pace è un percorso. È un appello morale al mondo. Mettere al centro il Nobel per la pace per quei bambini vuole dire mettere al centro i bambini di tutto il mondo, che sono le prime vittime della guerra. Vi chiedo di parlarne perché più se ne parla più prende corpo". Presente alla conferenza anche Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia: "Devo rivendicare alla Puglia un ruolo di protagonismo in questa vicenda per una serie di ragioni legate alle nostre storie. La Puglia è stata una delle prime terre di approdo della diaspora ebraica, una terra che ha sostenuto quegli ebrei che tornavano a casa, abbiamo sostenuto in tutti i modi il contrasto all'antisemitismo. Siamo rimasti così impressionati dal concetto di genocidio che siamo stati pronti nel riconoscerlo in altri luoghi e siamo stati i primi a interrompere i rapporti istituzionali con il governo di Netanyahu", sottolinea Emiliano, "non con il popolo israeliano perché non facciamo mai l'errore di traslare gli errori di chi governa sulla gente. I bambini possono conservare l'idea del genocidio in termini di vendetta e di rancore oppure interrompere la catena di vendetta e fare in modo che il messaggio di pace e di convivenza possa prevalere su quello della vendetta. C'è una strategia dietro la candidatura del premio Nobel ai bambini, ovvero che i bambini palestinesi possano avere la forza attraverso il premio Nobel di interrompere questa catena. Il merito di questi bambini se lo sono guadagnato con il martirio. Ma insignire ogni bambino palestinese del Nobel può essere un contributo alla speranza".