AGI - Il governo di Giorgia Meloni riconosca lo stato palestinese. Lo chiedono 34 ex ambasciatori che hanno ricoperto incarichi di primissimo piano nella diplomazia italiana nel corso degli anni, in una lettera-appello indirizzata alla presidente del Consiglio. I diplomatici chiedono anche di adottare alcune misure concrete nei confronti di Israele, come ad esempio interrompere ogni collaborazione militare con lo Stato ebraico.
Tra i firmatari figurano Piero Benassi, già consigliere diplomatico a palazzo Chigi con Giuseppe Conte premier, Pasquale Ferrara, ex direttore generale per gli Affari politici della Farnesina, Rocco Cangelosi, già consigliere del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Ferdinando Nelli Feroci, diplomatico di lungo corso e ex Commissario europeo per l'industria, Pasquale Terracciano, già ambasciatore a Madrid, Londra e Mosca.
"Ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie - scrivono gli ex diplomatici - questo momento è giunto per Gaza. Ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza. Gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l'orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi, che non ha nulla a che vedere con il diritto di Israele all'autodifesa e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio".
"Le flagranti violazioni dei diritti umani e della dignità delle persone, che non risparmiano bambini, donne, anziani, ammalati, i crimini contro l'umanità, i crimini di guerra, la costante inosservanza della legalità internazionale e del diritto umanitario - di cui il governo israeliano, come avviene per tutti i governi, dovrà rispondere - minano le stesse fondamenta della comunità internazionale e cancellano conquiste etiche maturate in decenni di consuetudini internazionali", si legge ancora nella lettera.
"Le inaccettabili restrizioni per l'accesso umanitario a Gaza, la riduzione a livelli minimi inaccettabili, senza reali alternative, delle attività delle organizzazioni internazionali a favore di una sedicente fondazione umanitaria, stanno provocando migliaia di nuove vittime innocenti, che si aggiungono alle decine di migliaia già provocate dai massicci e indiscriminati bombardamenti israeliani in tutta la Striscia".
"Dinanzi a tutto ciò, non servono più le dichiarazioni, pur necessarie, come quella firmata da 30 Ministri degli Esteri (ed una Commissaria UE) lo scorso 21 luglio, a cui l'Italia meritoriamente si è unita. Servono gesti politico-diplomatici concreti ed efficaci", aggiungono i diplomatici. che chiedono al governo al Governo di adottare comportamenti conseguenti: "sospendere ogni rapporto e cooperazione, di qualunque natura, nel settore militare e della difesa con Israele; sostenere in sede UE ogni iniziativa che preveda sanzioni individuali (restrizioni agli spostamenti internazionali e congelamento delle attività economico-finanziare e dei patrimoni) nei confronti dei Ministri israeliani - come Smotrich e Ben G'vir - che incoraggiano e appoggiano il moltiplicarsi degli insediamenti illegali e le violenze dei coloni in Cisgiordania; unirsi al consenso europeo per la sospensione temporanea dell'Accordo di associazione tra Israele e l'Unione Europea".
"L'iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt'altro che meramente simbolica, è l'immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull'attuazione della soluzione e due Stati", conclude la lettera. "Questa decisione confermerebbe che da parte italiana la prospettiva di "due popoli, due Stati" non è solo uno slogan privo di senso compiuto e di qualunque credibilità, ma che si tratta di un percorso negoziale da riprendere immediatamente".