AGI - Missili e sanzioni: è la doppia leva usata da Donald Trump per convincere il Cremlino a sedersi al tavolo del negoziato sull'Ucraina e fare sul serio.
Se da un lato il presidente degli Stati Uniti ha dato 50 giorni alla Russia per porre fine alla guerra, pena nuove massicce misure economiche, dall'altro ha annunciato nuovi invii di armamenti a Kiev stando bene attento ad accollare a Joe Biden la colpa di tutto e agli alleati europei il conto salato. Trump ha ribadito "di essere deluso, ma di non aver finito con Vladimir Putin". In una telefonata con la BBC, il presidente degli Stati Uniti e' stato incalzato sul fatto che si fidi del leader russo e ha risposto: "Non mi fido quasi di nessuno". Trump ha parlato poche ore dopo aver annunciato l'intenzione di inviare armi all'Ucraina e di applicare severi dazi alla Russia se non si dovesse raggiungere un accordo di cessate il fuoco entro 50 giorni.
Appena incontrato il segretario della Nato Mark Rutte alla Casa Bianca, il presidente ha trascorso una parte significativa dell'intervista, durata circa venti minuti, descrivendo la sua delusione nei confronti del leader russo. Incalzato su come convincere Putin a "fermare lo spargimento di sangue", il presidente degli Stati Uniti ha detto: "Ci stiamo lavorando".
"Siamo molto, molto insoddisfatti" della Russia, ha dichiarato ai giornalisti durante l'incontro con il segretario generale della Nato Mark Rutte alla Casa Bianca "Applicheremo dazi molto severi se non raggiungeremo un accordo entro 50 giorni, dazi pari a circa il 100%", ha dichiarato Trump, aggiungendo che si tratterebbe di "dazi secondari" che colpirebbero i restanti partner commerciali della Russia, cercando così di paralizzare la capacità di Mosca di sopravvivere alle già drastiche sanzioni occidentali.
Un esempio di dazio secondario è quello applicato da Washington a Caracas a marzo quando, con un apposito ordine esecutivo, fu imposta una tassazione del 25% sulle merci importate negli Stati Uniti da qualsiasi Paese che acquistasse greggio dal Venezuela. Già allora Trump aveva ventilato l'ipotesi di estendere la stessa misura agli acquirenti di idrocarburi russi.
Trump e Rutte hanno anche presentato un accordo in base al quale la Nato acquisterà armi dagli Stati Uniti, comprese le batterie antimissile Patriot, per poi darle all'Ucraina. "Gli Stati Uniti venderanno miliardi di dollari di equipaggiamento militare alla Nato che li porterà rapidamente sul campo di battaglia", ha dichiarato Trump. L'ex premier olandese ha aggiunto che grazie a questo accordo l'Ucraina riceverà "un numero enorme" di armi.
La rabbia e la frustrazione di Trump nei confronti di Putin sono cresciuti rapidamente nelle ultime settimane, quando il leader russo, invece di fermare l'offensiva e sedersi al tavolo dei colloqui, ha intensificato gli attacchi. A questo punto Trump, che ha sempre privilegiato un approccio conciliante se non accondiscendente nei confronti del Cremlino, ha cominciato a mostrare impazienza. "Non voglio dire che sia un assassino" è arrivato a dire, "ma è un duro".
La scorsa settimana aveva anticipato per oggi un annuncio sulla Russia e oeru che avrebbe inviato i Patriot in Ucraina. E ha fatto marcia indietro rispetto all'annuncio di inizio mese, quando aveva detto che avrebbe sospeso alcune consegne di armi a Kiev.
La visita di Rutte alla Casa Bianca è la prima da quando il segretario generale della Nato ha chiamato Trump "paparino" durante un vertice all'Aia a giugno e viene nel bel mezzo di ondate senza precedenti di attacchi con droni e missili sull'Ucraina, con un numero di civili uccisi o feriti che a giugno ha raggiunto il record dall'inizio della guerra.
L'annuncio di Trump è arrivato mentre l'inviato speciale della Casa Bianca per l'Ucraina, Keith Kellogg, arrivava a Kiev per incontrare Zelensky. Il presidente ucraino ha definito l'incontro come "produttivo", affermando che si è discusso del "rafforzamento della difesa aerea ucraina, della produzione congiunta e dell'approvvigionamento di armi di difesa in collaborazione con l'Europa" e si è anche detto "grato al presidente Trump per gli importanti segnali di sostegno e le decisioni positive".
Ma mentre a Washington si discute, l'Ucraina continua a bruciare: le forze russe hanno dichiarato di aver conquistato altre porzioni di territorio nell'Ucraina orientale con la cattura di due villaggi, uno nella regione di Donetsk e un altro nella regione di Zaporizhia. Il tutto mentre a Kiev, Zelensky dà il via a un rimpasto politico, chiedendo al ministro dell'Economia Yulia Svyrydenko di assumere la carica di primo ministro.