AGI - Secondo l’Onu, quasi 800 persone sono state uccise da fine maggio mentre cercavano di ottenere aiuti umanitari a Gaza, dove venerdì ci sono state nuove vittime causate da spari vicino a un sito di distribuzione, mentre l’esercito israeliano ha dichiarato di aver “tratto lezione” dagli incidenti mortali. La distribuzione degli aiuti, vitale per i più di due milioni di abitanti del territorio palestinese assediato, rappresenta, secondo Hamas, uno degli aspetti cruciali delle trattative indirette in corso in Qatar per tentare di avanzare verso una tregua tra Israele e il movimento islamista, dopo 21 mesi di guerra.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva detto giovedì di sperare che un accordo per una tregua di 60 giorni, comprensiva della liberazione di dieci ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza, potesse essere raggiunto “entro pochi giorni”. Si è detto anche pronto a negoziare un cessate il fuoco permanente, a condizione che Hamas venga smilitarizzato e abbandoni il controllo del territorio. Hamas, da parte sua, ha più volte ribadito la sua richiesta del ritiro israeliano da Gaza, “garanzie” sulla permanenza di un cessate il fuoco e la ripresa della gestione degli aiuti umanitari da parte dell’Onu e di organizzazioni internazionali riconosciute.
Israele aveva allentato a fine maggio il blocco totale imposto per due mesi alla Striscia di Gaza e, dal 26 maggio, la distribuzione degli aiuti, precedentemente gestita dalle Nazioni Unite, è affidata alla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un’organizzazione sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele. L’Alto Commissariato ONU per i diritti umani ha annunciato venerdì a Ginevra di aver registrato 798 morti tra persone in cerca di aiuti dal 27 maggio al 7 luglio, di cui 615 nelle vicinanze di siti gestiti dalla GHF. “La maggior parte delle ferite è causata da proiettili”, ha riferito l’Alto Commissariato. ONU e principali organizzazioni umanitarie si rifiutano di collaborare con la GHF, sostenendo che essa serva gli obiettivi militari israeliani e violi i principi umanitari fondamentali.
“Una fine a tutto questo”
Hamas si era detto pronto mercoledì a liberare dieci ostaggi nell’ambito di un accordo di tregua, definendo le trattative con Israele “difficili”. Tra le 251 persone rapite il giorno dell’attacco di Hamas contro Israele che ha scatenato la guerra il 7 ottobre 2023, 49 sono ancora trattenute a Gaza, di cui 27 dichiarate morte dall’esercito israeliano. “Probabilmente avremo un cessate il fuoco di 60 giorni. Faremo uscire il primo gruppo (di ostaggi), poi useremo questa tregua di 60 giorni per negoziare una fine a tutto questo”, ha detto Netanyahu giovedì, al termine di una visita a Washington, al canale Newsmax.
“Se si può ottenere tramite negoziato, tanto meglio. Altrimenti, lo otterremo con altri mezzi”, ha avvertito. L’attacco del 7 ottobre 2023 ha causato 1.219 morti tra gli israeliani, per lo più civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali. Almeno 57.762 palestinesi, in gran parte civili, sono stati uccisi nella campagna di rappresaglia israeliana a Gaza, secondo dati del ministero della Salute del governo di Hamas, ritenuti affidabili dall’ONU.