AGI - Al Jazeera ha visionati i dettagli della bozza della proposta di accordo per il rilascio di ostaggi israeliani e il cessate il fuoco a Gaza, su cui dovrebbero discutere le delegazioni e i mediatori a Doha, in Qatar. Secondo la bozza, il presidente Usa, Donald Trump garantirà la tregua di 60 giorni; Hamas si impegna a rilasciare 10 prigionieri israeliani ancora in vita e i corpi di 18, a partire dal primo giorno.
L'accordo consentirà l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia; i rifornimenti, compresi i generi alimentari, saranno distribuiti attraverso canali concordati, tra cui le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa. Quello della distribuzione degli aiuti è uno dei punti sensibili: Hamas sostiene che le Nazioni Unite devono riprendere le attività negli oltre 400 punti di distribuzione previsti in tutta Gaza e che gestivano prima della rottura del cessate il fuoco da parte di Israele, a marzo. Questa non e' solo una richiesta del movimento palestinese ma della comunità internazionale.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, però, vuole proteggere la controversa Gaza Humanitarian Foundation e il controllo che Israele ha ora sulla distribuzione degli aiuti, che non si limita solo al cibo. La bozza di accordo visionata da Al Jazeera prevede, inoltre, che tutte le attività dell'esercito israeliano cesseranno nell'intero territorio della Striscia. Altre operazioni militari e di sorveglianza saranno sospese per 10 ore al giorno.
Durante il cessate il fuoco, Israele ridispiegherà le sue forze nel Nord di Gaza, nel Corridoio di Netzarim e nel Sud di Gaza. Secondo funzionari israeliani che hanno parlato all'emittente pubblica Kan, Hamas insiste affinché il ridispiegamento delle truppe israeliane sia oggetto di discussione durante i negoziati a Doha e si oppone alla richiesta di Israele di mantenere la propria presenza nei corridoi di Philadelphi e Morag.
La proposta di accordo, infine, consente l'avvio immediato dei negoziati per garantire un cessate il fuoco permanente. Due precedenti cessate il fuoco, mediati da Qatar, Egitto e Stati Uniti, hanno garantito la sospensione temporanea dei combattimenti e il ritorno degli ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi. Dei 251 ostaggi sequestrati dai militanti palestinesi durante l'attacco del 7 ottobre 2023, 49 sono ancora detenuti a Gaza, inclusi 27 che l'esercito israeliano dichiara morti.
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