AGI - Migliaia di manifestanti si sono radunati a Bangkok per chiedere le dimissioni della prima ministra thailandese, Paetongtarn Shinawatra, a causa dell’indignazione suscitata da una sua telefonata con l’ex leader cambogiano Hun Sen, relativa a una disputa di confine tra i due Paesi.
L’anziano funzionario cambogiano ha fatto trapelare una conversazione in cui Paetongtarn lo chiamava “zio” e definiva un comandante militare thailandese come suo “avversario”. Le accuse di eccessiva condiscendenza nei confronti di Phnom Penh, rivolte alla trentottenne premier – esponente di una vera e propria dinastia politica – hanno spinto il partito Bhumjaithai a lasciare la coalizione di governo, lasciandole una risicata maggioranza parlamentare.
Protesta pacifica, ma simbolicamente forte
Circa 10.000 manifestanti hanno intasato le strade intorno al Monumento alla Vittoria della capitale, sventolando bandiere thailandesi e cartelli con la scritta “Malvagio Primo Ministro, vattene!”. Un oratore è salito sul palco e ha gridato: “Primo Ministro, hai commesso tradimento!”.
La folla era composta per lo più da anziani ed era guidata da veterani attivisti del movimento delle “Camicie Gialle”, che negli anni 2000 avevano contribuito a rovesciare il padre di Paetongtarn, Thaksin Shinawatra. I sostenitori della famiglia, invece, erano noti come “Camicie Rosse”. La protesta si è svolta in modo pacifico, senza tensioni con le forze dell’ordine.
Lo scontro di confine con la Cambogia
Le tensioni tra i due Paesi sono esplose dopo che, il mese scorso, una disputa di confine è sfociata in uno scontro a fuoco in cui è morto un soldato cambogiano. L’esercito thailandese ha messo in atto una dozzina di colpi di Stato dalla fine della monarchia assoluta nel 1932, e i politici, di norma, sono attenti a non inimicarsi i generali.
Dopo aver definito un comandante militare di una regione di confine come suo “avversario”, Paetongtarn ha tenuto una contrita conferenza stampa in cui ha presentato pubbliche scuse, affiancata da alti funzionari militari, in una dimostrazione di unità.
Una settimana decisiva per gli Shinawatra
La settimana prossima sarà decisiva per il clan degli Shinawatra. Martedì, infatti, la Corte Costituzionale dovrà decidere se accogliere una petizione presentata da un gruppo di senatori che chiede la rimozione della premier per presunta mancanza di professionalità. Lo stesso giorno, suo padre – l’ex primo ministro Thaksin Shinawatra – sarà processato per accuse di diffamazione della monarchia, legate a dichiarazioni rilasciate dieci anni fa ai media sudcoreani.
Paetongtarn ha assunto l’incarico meno di un anno fa, dopo che il suo predecessore era stato rimosso da un’ordinanza del tribunale, e dopo il ritorno del padre dall’esilio durato 15 anni. È la quarta esponente della famiglia Shinawatra a ricoprire la carica di primo ministro, dopo suo padre, sua zia e suo zio acquisito.
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