AGI - La commissione Europea è pronta a un passo indietro sulla direttiva Green Claims, tra le proteste del parlamento. I due relatori dell’Eurocamera, Tiemo Wölken (S&D) e Sandro Gozi (Renew Europe), hanno rivelato che i negoziatori del Consiglio UE e del Parlamento europeo erano “molto vicini” a trovare un compromesso definitivo ed equilibrato sulla direttiva, ma tutto si sarebbe bloccato per le pressioni di alcuni paesi e di alcuni partiti conservatori.
"Non capisco perché la Commissione abbia fatto questa dichiarazione", annunciando di voler proporre il ritiro della direttiva, "quando in realtà siamo d'accordo sulla questione dell'esenzione delle microimprese. Non vedo perché il Ppe e gli altri due gruppi politici cerchino di bloccare il processo mentre siamo concordi sull'esenzione delle microimprese. E non capisco perché l'Italia abbia cambiato la sua posizione in Consiglio", ha affermato Gozi. "La conferenza stampa della Commissione è stata del tutto prematura e infondata. E questo ha creato incertezza all'interno del Consiglio, portando al processo per cui l'Italia ha cambiato idea e non c'è stata più una maggioranza nel Consiglio", ha aggiunto Wolken.
La commissaria all'Ambiente, Jessika Roswall, aveva rivelato di aver ricevuto la richiesta formale del Partito popolare europeo (PPE), dei Conservatori e riformisti (ECR) e dei Patrioti per l’Europa in cui si chiedeva all’esecutivo UE di ritirare la proposta di direttiva.
Cosa prevede la direttiva Green Claims?
Nel mondo del marketing moderno, la sostenibilità è diventata una parola d’ordine. Etichette come “eco-friendly”, “carbon neutral” o “a basso impatto ambientale” campeggiano su prodotti di ogni tipo, dai detersivi ai voli aerei. Ma non sempre per i consumatori è facile distinguere un annuncio, da un vero impegno per l'ambiente.
Secondo la Commissione Europea, oltre il 50% delle dichiarazioni ambientali presenti sul mercato sono vaghe, fuorvianti o infondate, e il 40% non è supportato da alcuna prova. Per contrastare questo fenomeno, noto come greenwashing, l’UE ha proposto nel 2023 una Direttiva sui Green Claims, che impone alle aziende di dimostrare scientificamente e in modo verificabile le proprie affermazioni ambientali.
Il nuovo quadro normativo prevede che ogni dichiarazione esplicita – come “prodotto con il 30% di plastica riciclata” o “emissioni di CO₂ dimezzate rispetto al 2020” – debba essere supportata da dati concreti, verificati da enti terzi indipendenti. Inoltre, si punta a ridurre la proliferazione di etichette ambientali: attualmente ne esistono oltre 230 solo nell’UE, molte delle quali prive di trasparenza o controllo.
Come sottolinea il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, “i nostri valori non sono mai stati così rilevanti e le necessità così grandi”. In un mondo segnato da crisi climatiche e disuguaglianze, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nelle imprese passa anche dalla chiarezza e dall’onestà con cui si comunica la sostenibilità.
La sfida, dunque, è duplice: da un lato, garantire che le aziende non ingannino i consumatori; dall’altro, creare un contesto in cui la sostenibilità sia premiata, non solo dichiarata.
Il dibattito in Italia
"L'Italia sostiene l'intenzione della Commissione di ritirare la proposta di direttiva su Green Claims. Si tratta di una proposta che l'Italia non ha mai sostenuto. Ciononostante, da parte italiana si è lavorato costruttivamente nel corso del negoziato in Consiglio, al fine di prendere in considerazione le preoccupazioni delle imprese". Lo affermano fonti diplomatiche.
"Non riteniamo giusto privare il Parlamento della possibilità di concludere i negoziati su una direttiva dopo due anni di processo legislativo e innumerevoli ore di lavoro. Ci viene impedito di discutere e, auspicabilmente, di raggiungere un accordo su un'importante direttiva che serve a rafforzare la consapevolezza ambientale e la fiducia dei consumatori, rendendo più affidabili e verificabili le dichiarazioni di marketing ambientale. Inoltre, la lotta al greenwashing creerebbe condizioni di parità per le imprese che già operano in modo sostenibile" lo hanno detto Antonio Decaro (Pd), presidente della commissione per l'Ambiente del Parlamento europeo e Anna Cavazzini (Verdi/Ale), presidente della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, a seguito dell'annuncio della Commissione europea di voler ritirare la proposta legislativa sul Green claims.
"In qualità di presidenti delle commissioni competenti del Parlamento europeo, siamo pronti a riprendere i negoziati il prima possibile, riprendendo il dialogo istituzionale", concludono.
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