AGI - Dopo l'attacco ordinato nella notte dal presidente Donald Trump contro tre siti nucleari iraniani Fordow, Natanz e Isfahan cresce l'allerta per oltre 40 mila militari e civili statunitensi schierati in Medio Oriente, oltre a miliardi di dollari in equipaggiamento militare.
Le basi americane in Iraq, Siria, Kuwait, Bahrein, Qatar, Giordania ed Emirati Arabi Uniti sono ora nel raggio d'azione della rappresaglia iraniana, in un'escalation che rischia di coinvolgere direttamente Washington nella guerra tra Israele e Teheran. "Se l'Iran ha missili balistici pronti al lancio, l'attacco potrebbe avvenire in meno di 15 minuti", ha raccontato al sito The Hill l'ex colonnello Seth Krummrich, ora vicepresidente della società di consulenza Global Guardian.
"Si muovono molto velocemente", ha evidenziato. Un attacco iraniano alle basi Usa non sarebbe senza precedenti. A gennaio 2020, in risposta all'uccisione da parte americana del generale Qassem Soleimani, Teheran lancio' 13 missili balistici contro le basi di Al-Asad e Erbil in Iraq. Nessun morto, ma oltre 100 militari furono successivamente curati per traumi cerebrali. Oggi, un attacco simile non è escluso, soprattutto se gli Usa dovessero impiegare la bomba Gbu-57 (Massive ordnance penetrator) contro il sito di Fordow.
"Se lanciassero la bunker buster, mi aspetterei una risposta missilistica iraniana verso una o più basi americane", ha detto Krummrich. Secondo le analisi basate anche su immagini satellitari, parte degli aerei americani è già stata spostata da Al-Asad, considerata tra le basi più vulnerabili per la sua vicinanza all'Iran e perché già colpita in passato. Sempre secondo Krummrich, l'Iran "tenderebbe a non voler ficcare il naso" negli Emirati Arabi Uniti, dove sono dislocati 3.500 militari statunitensi, o in Qatar, sede della base aerea di Al Udeid, il più grande sito militare statunitense in Medio Oriente.
Circa 10 mila militari americani si trovano ad Al Udeid, il quartier generale regionale del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom). Inoltre, 13.500 soldati statunitensi sono di stanza in cinque basi in Kuwait; 9 mila tra militari e civili si trovano nel quartier generale della Quinta flotta della Marina a Manama, in Bahrein; e centinaia di altri soldati sono dislocati altrove, in basi gestite da Giordania, Siria e Oman.
Ma il rischio non arriva solo da Teheran. Milizie sciite filo-iraniane hanno già colpito obiettivi americani: tre soldati Usa sono stati uccisi a gennaio 2024 in un attacco con drone in una base in Giordania. Dopo i raid israeliani, tre droni sono stati intercettati vicino ad Ain al-Asad in Iraq. Almeno altre quattro basi Usa in Iraq e Siria sono finite sotto attacco tra il 14 e il 15 giugno, secondo fonti locali.