AGI - Pechino sta evitando di prendere una posizione netta sul conflitto tra Israele e Iran. Questa settimana, durante una visita in Kazakistan, il presidente Xi Jinping ha dichiarato di essere profondamente preoccupato per l'escalation delle tensioni causata dalle operazioni militari israeliane, ma non ha criticato direttamente nessuna delle parti. Xi ha affermato che la Cina si oppone a qualsiasi azione che violi la sovranità di altri Paesi, mentre un portavoce del ministero degli Esteri ha chiesto il dialogo per un cessate il fuoco.
Pechino ha costruito profondi legami economici in tutto il Medio Oriente, con la Repubblica islamica che svolge il ruolo di partner chiave nei settori energetico, infrastrutturale e degli investimenti. La Cina e l'Iran hanno siglato un accordo di cooperazione di 25 anni chiamato "Documento completo di cooperazione Iran-Cina", nel marzo 2021. L'intesa è il risultato di un avvicinamento tra Pechino e Teheran, e prevede una cooperazione in vari settori, tra cui economia, commercio, trasporti, energia, cultura e sicurezza.
Gli interessi economici che Pechino nutre nella regione la espongono sempre più all'instabilità che si sta creando. Pechino è la principale acquirente di petrolio iraniano: sebbene l'Iran non sia tra i suoi tre principali fornitori, si ipotizza che il petrolio iraniano entri nel mercato cinese indirettamente attraverso hub intermedi. Oltre al petrolio, la Cina vanta anche una considerevole presenza di investimenti in Iran: secondo il ministero del Commercio, gli investimenti diretti della Cina nella Repubblica islamica hanno raggiunto i 322 milioni di dollari nel 2023.
Gli analisti, scrive il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, sostengono che la crescente instabilità potrebbe mettere a rischio queste risorse, interrompendo la produzione e le catene di approvvigionamento e frenando le più ampie ambizioni economiche di Pechino nella regione. Nel 2024, il commercio bilaterale tra Cina e Iran ha raggiunto un valore di 13,37 miliardi di dollari, con la Repubblica popolare che ha esportato merci in Iran per un valore di 8,93 miliardi di dollari e ne ha importate per 4,44 miliardi, con un surplus commerciale di 4,49 miliardi di dollari a favore della Cina, secondo i dati del ministero degli Esteri.
Xu Tianchen, economista senior per la Cina presso l'Economist Intelligence Unit, ha affermato che il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra potrebbe comportare ritardi nei negoziati sui dazi tra Usa e Cina, ad esempio posticipando di tre mesi la scadenza originaria di metà agosto per un accordo.
Pechino ha sempre adottato un approccio non conflittuale nei confronti del Medio Oriente, concentrando i suoi sforzi principalmente sull'economia e sulla diplomazia piuttosto che sulle questioni militari e operando al di là delle rivalità regionali e diversificando la sua esposizione economica: ha investito nei progetti energetici dell'Iran e allo stesso tempo nelle infrastrutture dell'Arabia Saudita e due anni fa ha mediato una distensione tra Iran e Arabia Saudita.