AGI - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è passato in poche ore dall’ottimismo sull’accordo nucleare con l’Iran a un drammatico appello ai cittadini di Teheran affinché lascino la città prima di una possibile catastrofe. Il cambio di tono è coinciso con il ritorno anticipato a Washington dopo la partecipazione al G7 in Canada.
Trump si è reso conto che i suoi ultimatum all’Iran sono stati ignorati. Alla domanda dei giornalisti sull’appello a fuggire, ha risposto: “Voglio solo che la gente si metta al sicuro”. Ha poi aggiunto: “Vogliamo qualcosa di meglio di un cessate il fuoco”.
Secondo osservatori neutrali, Teheran non avrebbe mai accettato l’accordo proposto da Trump sotto la minaccia delle bombe, soprattutto mentre Israele li attacca. Tuttavia, la Casa Bianca mantiene contatti riservati con l’Iran: Steve Witkoff e il vicepresidente J.D. Vance sono stati indicati come possibili inviati in Medio Oriente per riaprire i negoziati.
Trump ha già garantito il sostegno militare a Israele, confermato dallo spostamento di navi da guerra americane nella regione. Il presidente è frustrato: voleva offrire agli americani un successo diplomatico dopo i fallimenti a Gaza e nel conflitto Russia-Ucraina.
Si fa sempre più concreta la possibilità che gli Stati Uniti vengano coinvolti in Medio Oriente, nonostante le promesse di disimpegno fatte alla base MAGA. Crescono anche le perplessità nel Congresso, che si sente esautorato. Una mozione bipartisan è stata presentata al Senato per impedire a Trump di dichiarare guerra senza l’approvazione del Congresso.
Nonostante tutto, Trump vuole procedere rapidamente, convinto che il suo partito lo seguirà. Ma il clima politico resta teso, e il rischio di uno scontro istituzionale è concreto.