AGI - Il governo ha vietato il pagamento dei bonus aziendali agli alti dirigenti di sei aziende idriche per colpa delle "fogne". Soffrendo di investimenti insufficienti in un sistema fognario che risale in gran parte all’epoca vittoriana, le aziende idriche del Regno Unito, privatizzate dal 1989, sono sotto attacco da diversi anni a causa dello scarico di ingenti quantità di acque reflue nei fiumi e nel mare.
Ciononostante, “le aziende hanno assegnato oltre 112 milioni di sterline (152 milioni di dollari) in bonus e incentivi nell’ultimo decennio”, ha osservato il governo. Questi dirigenti “dovrebbero ricevere bonus solo se hanno ottenuto buoni risultati, certamente non se non sono riusciti a contrastare l’inquinamento idrico”, ha affermato il ministro dell’Ambiente Steve Reed.
Il governo laburista, insediatosi a luglio, ha promesso di riformare un settore “in crisi” e ha già legiferato per inasprire le sanzioni ai dirigenti delle aziende idriche che non rispettano la legge. L’ente regolatore dell’acqua Ofwat la scorsa settimana ha imposto una multa record di 123 milioni di sterline al fornitore londinese Thames Water, che serve 16 milioni di clienti, per ripetuti sversamenti di acque reflue. Circa 18,2 milioni di sterline delle multe erano relative a pagamenti “ingiustificati” di dividendi. L’azienda sta cercando un acquirente privato per evitare un salvataggio statale. Martedì il fondo di investimento statunitense KKR si è ritirato da un potenziale accordo.
Anche Yorkshire Water, Anglian Water, Wessex Water, United Utilities e Southern Water sono state colpite dal divieto di bonus.
Ad aprile, l’organismo di controllo della spesa pubblica britannica ha lanciato l’allarme: il settore idrico nel suo complesso dovrà investire 290 miliardi di sterline nei prossimi 25 anni per far fronte alle sfide ambientali e di approvvigionamento.