AGI - Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, canta vittoria dopo elezioni parlamentari regionali che, disertate dall'opposizione, hanno visto il partito chavista al potere conquistare l'82,86% dei voti di lista per l'Assemblea Nazionale e aggiudicarsi 23 dei 24 governatorati in palio. O, almeno, sono questi i dati diffusi dal Consiglio Elettorale Internazionale (Cne), considerata artefice della contestata rielezione di Maduro dello scorso anno, proclamata senza mostrare i dati dello scrutinio, che sarebbero andati persi in un non meglio specificato attacco informatico.
"Oggi abbiamo dimostrato la potenza del chavismo", ha detto Maduro ai sostenitori raccolti in piazza Bolivar a Caracas, "questa vittoria è una vittoria per la pace e la stabilità per tutto il Venezuela." La leader dell'opposizione, Maria Corina Machado, aveva esortato i suoi sostenitori a non presentarsi alle urne e ha definito la consultazione una "farsa" come le presidenziali dello scorso 28 luglio. Non tutti i partiti antichavisti hanno pero' risposto all'appello e alcune formazioni si sono presentate comunque alle elezioni, raccogliendo qualche seggio.
L'affluenza alle urne è stata bassa per tutta la giornata e le immagini dei seggi deserti diffuse dai cronisti sono in netto contrasto con la vasta mobilitazione per le passate elezioni presidenziali, seguite da disordini e scontri con le forze dell'ordine che provocarono 28 morti e oltre 2.400 arresti. Il Cne ha nondimeno riferito di un'affluenza pari al 42,6% dei 21 milioni di cittadini chiamati alle urne.
Le elezioni si sono svolte pochi giorni dopo l'arresto di Juan Pablo Guanipa, stretto collaboratore di Machado, e di altre 69 esponenti dell'opposizione, accusati di far parte di una "rete terroristica" che cercava di sabotare le elezioni. Il governo ha schierato più di 400.000 soldati per scoraggiare proteste e ha limitato gli attraversamenti alla frontiera con la Colombia, nazione con la quale sono stati sospesi ieri anche i collegamenti aerei.
"Abbiamo denunciato questa grande farsa" e i seggi elettorali "sono rimasti abbandonati, vuoti", ha dichiarato in un video su X Machado, che ha nuovamente esortato i militari ad "agire" contro Maduro. "Hanno l'obbligo di farlo", ha insistito. Tra le figure di spicco dell'opposizione che hanno ignorato l'appello di Machado c’è il due volte candidato alla presidenza Henrique Capriles, che risulta eletto. "Cosa è meglio: avere voce e lottare all'interno del Parlamento o lasciare il Parlamento interamente al governo?", ha dichiarato Capriles dopo aver votato.
Gli eletti
Entrano all'Assemblea Nazionale anche la first lady, Cilia Flores; Il figlio di Maduro, Nicolas Maduro Guerra; l'attuale presidente del Parlamento, Jorge Rodriguez, e circa quaranta importanti leader chavisti. La nuova legislatura entrerà in vigore nel gennaio 2026 e durerà fino al 2031. I chavisti, che già controllavano 19 governatorati, nel 2006 hanno riconquistato lo stato petrolifero di Zulia, guidato dallo storico rivale del defunto ex presidente Hugo Chavez, Manuel Rosales. L'opposizione ha mantenuto solo Cojedes. È stato per la prima volta eletto anche un governatore per la regione petrolifera dell'Essequibo, rivendicata da Caracas ma amministrata dalla Guyana, ma si tratta di una figura che non avrà alcun potere concreto e, probabilmente, nemmeno metterà piede nel territorio che dovrebbe guidare.
La Guyana ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia di ratificare i confini stabiliti in una sentenza di arbitrato risalente al 1899 ma il Venezuela si appella all'Accordo di Ginevra firmato nel 1966, prima dell'indipendenza della Guyana dal Regno Unito, che ha gettato le basi per una soluzione negoziata. "Prima o poi dovrete sedervi con me, parlare e accettare la sovranita' del Venezuela", ha detto Maduro rivolto al suo omologo guyanese, Irfaan Ali.